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PISTICCI – Tecnoparco ha diffuso alcune considerazioni in merito alle analisi fatte dal Comune di Pisticci sull’inquinamento del Basento.
Il documento è stato trasmesso dal presidente di Tecnoparco, Nicola Savino, alle Rsu aziendali e, da queste, nello specifico da Maurizio Girasole, alla stampa. Si tratta di «una breve nota illustrativa degli esiti della complessiva campagna di analisi svolta, per consentire una serena valutazione dei fenomeni registrat».
Alla luce di alcuni ragionamenti fatti con i dati dei prelievi che hanno attestato un superamento dei valori di legge, le conclusioni di Tecnoparco relative alle analisi delle acque ritengono di poter dire che «non esiste uno stato di contaminazione a carico delle acque del Basento, bensì la registrazione di due episodi che non hanno nulla a che vedere con le attività industriali presenti a Pisticci Scalo. Tutti i certificati di analisi, dichiarano che la composizione chimico-fisica delle acque non subisce mutamenti apprezzabili a causa degli scarichi dei processi depurativi di Tecnoparco; l’origine degli episodi è nella concomitanza di alcuni fattori: la carenza o la mancanza di presidi depurativi nei centri urbani e nelle aziende agricole e zootecniche che si affacciano sul fiume Basento, l’abbassamento della portata del fiume a causa della siccità registratasi nei mesi estivi del 2013, l’incremento della popolazione che usualmente si registra in centri urbani come Marconia, Pisticci e Bernalda che ha messo in crisi i presidi depurativi già di per se insufficienti».
Per quanto riguarda i sedimenti, invece, «non si può parlare di contaminazione, in quanto gli unici dati sono relativi a fenomeni puntuali e non persistenti nel tempo. Per quanto riguarda il fenomeno riscontrato a giugno, i due superamenti, negli stessi punti di prelievo, risultavano scomparsi nei successivi campionamenti effettuati nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre e ricompare un superamento nel mese di dicembre. 
«E’, dunque, chiaro che ci si trova di fronte a un fenomeno puntuale e molto probabilmente legato alla rappresentatività di un campione: uno stato di contaminazione di una matrice (se effettivamente presente), non può scomparire senza alcun intervento di bonifica. Vogliamo, inoltre, far rilevare che nei mesi di luglio e agosto la portata del Basento era estremamente ridotta e, quindi, non si può pensare a un effetto meccanico di dilavamento dei sedimenti, anzi, al contrario, riducendosi la portata e la velocità del flusso idrico, ci si dovrebbe aspettare una maggiore deposizione di materiale contaminato da idrocarburi e, quindi, l’incremento del fenomeno, non la sua scomparsa».
A dicembre, invece, il superamento avviene in un punto prelievo distante da Tecnoparco ed in più la raccolta dei campioni capita a ridosso dell’alluvione, che «è stata caratterizzata dalla movimentazione di enormi quantitativi di detriti e sedimenti, e riteniamo che la presenza di idrocarburi non possa essere considerata come disgiunta da tale evento». In relazione alle acque, invece, viene fatta notare la correlazione tra i solfuri, ovvero il parametro fuori legge, e gli scarichi civili. Alcune considerazioni riguardano i differenti dati nei cinque punti prelievo «la concentrazione riscontrata a monte (1,9 mg/l, quindi già superiore al limite di 1,0 mg/l) dello scarico Tecnoparco subisce una notevole diminuzione (1,2 mg/l), evidentemente anche grazie all’apporto delle acque di scarico Tecnoparco prive di solfuri. Tale concentrazione subisce una nuova impennata (1,8 mg/l) in corrispondenza del ponte della Sp per Pomarico, per poi continuare a crescere lungo l’asta fluviale sino ad arrivare al valore di 2,8 mg/l (più del doppio di quello riscontrato a valle dello scarico Tecnoparco) in corrispondenza della Ss 106. C’è un apporto di acque contenenti solfuri sia a monte dello scarico Tecnoparco, che a valle. E’ possibile che tale apporto sia dovuto a scarichi non depurati, oppure rivenienti da depuratori malfunzionanti o sovraccarichi».
Roberto D’Alessandro

PISTICCI – Tecnoparco ha diffuso alcune considerazioni in merito alle analisi fatte dal Comune di Pisticci sull’inquinamento del Basento.

Il documento è stato trasmesso dal presidente di Tecnoparco, Nicola Savino, alle Rsu aziendali e, da queste, nello specifico da Maurizio Girasole, alla stampa. 

Si tratta di «una breve nota illustrativa degli esiti della complessiva campagna di analisi svolta, per consentire una serena valutazione dei fenomeni registrat».Alla luce di alcuni ragionamenti fatti con i dati dei prelievi che hanno attestato un superamento dei valori di legge, le conclusioni di Tecnoparco relative alle analisi delle acque ritengono di poter dire che «non esiste uno stato di contaminazione a carico delle acque del Basento, bensì la registrazione di due episodi che non hanno nulla a che vedere con le attività industriali presenti a Pisticci Scalo. 

Tutti i certificati di analisi, dichiarano che la composizione chimico-fisica delle acque non subisce mutamenti apprezzabili a causa degli scarichi dei processi depurativi di Tecnoparco; l’origine degli episodi è nella concomitanza di alcuni fattori: la carenza o la mancanza di presidi depurativi nei centri urbani e nelle aziende agricole e zootecniche che si affacciano sul fiume Basento, l’abbassamento della portata del fiume a causa della siccità registratasi nei mesi estivi del 2013, l’incremento della popolazione che usualmente si registra in centri urbani come Marconia, Pisticci e Bernalda che ha messo in crisi i presidi depurativi già di per se insufficienti».Per quanto riguarda i sedimenti, invece, «non si può parlare di contaminazione, in quanto gli unici dati sono relativi a fenomeni puntuali e non persistenti nel tempo. Per quanto riguarda il fenomeno riscontrato a giugno, i due superamenti, negli stessi punti di prelievo, risultavano scomparsi nei successivi campionamenti effettuati nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre e ricompare un superamento nel mese di dicembre». 

«E’, dunque, chiaro che ci si trova di fronte a un fenomeno puntuale e molto probabilmente legato alla rappresentatività di un campione: uno stato di contaminazione di una matrice (se effettivamente presente), non può scomparire senza alcun intervento di bonifica. Vogliamo, inoltre, far rilevare che nei mesi di luglio e agosto la portata del Basento era estremamente ridotta e, quindi, non si può pensare a un effetto meccanico di dilavamento dei sedimenti, anzi, al contrario, riducendosi la portata e la velocità del flusso idrico, ci si dovrebbe aspettare una maggiore deposizione di materiale contaminato da idrocarburi e, quindi, l’incremento del fenomeno, non la sua scomparsa».

A dicembre, invece, il superamento avviene in un punto prelievo distante da Tecnoparco ed in più la raccolta dei campioni capita a ridosso dell’alluvione, che «è stata caratterizzata dalla movimentazione di enormi quantitativi di detriti e sedimenti, e riteniamo che la presenza di idrocarburi non possa essere considerata come disgiunta da tale evento».

In relazione alle acque, invece, viene fatta notare la correlazione tra i solfuri, ovvero il parametro fuori legge, e gli scarichi civili. Alcune considerazioni riguardano i differenti dati nei cinque punti prelievo «la concentrazione riscontrata a monte (1,9 mg/l, quindi già superiore al limite di 1,0 mg/l) dello scarico Tecnoparco subisce una notevole diminuzione (1,2 mg/l), evidentemente anche grazie all’apporto delle acque di scarico Tecnoparco prive di solfuri. Tale concentrazione subisce una nuova impennata (1,8 mg/l) in corrispondenza del ponte della Sp per Pomarico, per poi continuare a crescere lungo l’asta fluviale sino ad arrivare al valore di 2,8 mg/l (più del doppio di quello riscontrato a valle dello scarico Tecnoparco) in corrispondenza della Ss 106. C’è un apporto di acque contenenti solfuri sia a monte dello scarico Tecnoparco, che a valle. E’ possibile che tale apporto sia dovuto a scarichi non depurati, oppure rivenienti da depuratori malfunzionanti o sovraccarichi».

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