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Roma, 24 lug. – Il Garante per la protezione dei dati personali ha prescritto alle procure della Repubblica “misure e accorgimenti per incrementare la sicurezza dei dati personali raccolti e usati nello svolgimento delle intercettazioni”. Il provvedimento è stato adottato a conclusione di una indagine conoscitiva avviata dall’Authority lo scorso anno presso un campione di procure di medie dimensioni (Bologna, Catanzaro, Perugia, Potenza e Venezia) allo scopo di “valutare le misure tecnologiche e organizzative adottate negli uffici giudiziari nell’attività di intercettazione di conversazioni telefoniche o di comunicazioni, anche informatiche e telematiche”. (AGI)
(AGI) – Roma, 24 lug. – Misure di sicurezza – ricorda il Garante – erano già state prescritte ai gestori di servizi di comunicazione elettronica che attivano la trasmissione dei dati relativi alle intercettazioni su richiesta dell’autorità giudiziaria. Dai riscontri ottenuti è emerso “un quadro variegato e disomogeneo che ha posto l’esigenza di mettere in campo interventi volti al rafforzamento del livello di sicurezza dei dati e dei sistemi usati per gestirli, nonchè di estendere tali interventi alla generalità degli uffici inquirenti, armonizzando le misure a protezione dei dati anche alla luce delle tecnologie in costante evoluzione nel campo delle comunicazioni elettroniche e dei possibili rischi legati all’uso degli strumenti informatici”. 
“La protezione delle informazioni personali raccolte e usate nello svolgimento delle intercettazioni – sottolinea Antonello Soro, presidente dell’Authority – riveste particolare importanza per gli effetti che un loro uso improprio può determinare sia riguardo alla dignità e ai diritti delle persone intercettate e di quelle che comunicano con esse, sia alla necessaria efficacia delle indagini”. 
“Il provvedimento – conclude – rientra nel quadro di una più generale azione di messa in sicurezza dei dati personali dei cittadini che il Garante sta portando avanti nei confronti di tutte le amministrazioni pubbliche”. (AGI)

Il garante per la protezione dei dati personali ha prescritto alle procure della Repubblica “misure e accorgimenti per incrementare la sicurezza dei dati personali raccolti e usati nello svolgimento delle intercettazioni”. 

Il provvedimento è stato adottato a conclusione di una indagine conoscitiva avviata dall’Authority lo scorso anno presso un campione di procure di medie dimensioni (Bologna, Catanzaro, Perugia, Potenza e Venezia) allo scopo di “valutare le misure tecnologiche e organizzative adottate negli uffici giudiziari nell’attività di intercettazione di conversazioni telefoniche o di comunicazioni, anche informatiche e telematiche”. 

Misure di sicurezza – ricorda il Garante – erano già state prescritte ai gestori di servizi di comunicazione elettronica che attivano la trasmissione dei dati relativi alle intercettazioni su richiesta dell’autorità giudiziaria. 

Dai riscontri ottenuti è emerso “un quadro variegato e disomogeneo che ha posto l’esigenza di mettere in campo interventi volti al rafforzamento del livello di sicurezza dei dati e dei sistemi usati per gestirli, nonchè di estendere tali interventi alla generalità degli uffici inquirenti, armonizzando le misure a protezione dei dati anche alla luce delle tecnologie in costante evoluzione nel campo delle comunicazioni elettroniche e dei possibili rischi legati all’uso degli strumenti informatici”. 

“La protezione delle informazioni personali raccolte e usate nello svolgimento delle intercettazioni – sottolinea Antonello Soro, presidente dell’Authority – riveste particolare importanza per gli effetti che un loro uso improprio può determinare sia riguardo alla dignità e ai diritti delle persone intercettate e di quelle che comunicano con esse, sia alla necessaria efficacia delle indagini”. “Il provvedimento – conclude – rientra nel quadro di una più generale azione di messa in sicurezza dei dati personali dei cittadini che il Garante sta portando avanti nei confronti di tutte le amministrazioni pubbliche”. 

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