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REGGIO CALABRIA – La Tecnis è rimasta senza copertura antimafia. La scelta del Prefetto di Catania di sospendere il certificato all’azienda catanese potrebbe avere ricadute importanti anche in Calabria. Alla società siciliana, infatti, erano stati affidati i lavori per la costruzione dei nuovi ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro.

L’interdittiva, comunicata alla società quattro giorni addietro, potrebbe bloccare il corso dell’appalto e, in particolare per quanto riguarda la nuova struttura sanitaria della provincia di Reggio Calabria, potrebbe portare addirittura al blocco della procedura. Alla gara, infatti, si era presentata solo la Tecnis. Mentre, all’appalto dell’ospedale della Sibaritide avevano preso parte altre tre società e, quindi, potrebbe esserci l’opportunità di scorrere la graduatoria ed assegnare i lavori alla ditta che aveva presentato la seconda offerta più conveniente. La Cgil, Cisl e Uil e le categorie degli edili, dopo la sospensione del certificato antimafia alla Tecnis da parte della Prefettura di Catania, esprimono grande preoccupazione e, nelle prossime ore, chiederanno un incontro al presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, e al commissario straordinario per la Sanità, Massimo Scura.

L’OPERAZIONE SUGLI APPALTI CHE COINVOLGE TECNIS

La scelta dell’Ufficio territoriale di Governo di Catania nasce da un’ispezione degli investigatori della Dia nei cantieri catanesi della Tecnis. L’interdittiva antimafia avrebbe come presupposto indizi di contiguità dell’impresa con Cosa nostra. Un’ulteriore tegola, quindi, per la società siciliana per la quale, ora, si profila la nomina di un amministratore giudiziario.

Del Consiglio di amministrazione della Tecnis facevano parte, prima delle loro dimissioni, gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Dama Nera” della Procura di Roma su presunte tangenti all’Anas.

«E’ un’interdittiva antimafia del prefetto di Catania – afferma in una nota la Tecnis – fondata su argomentazioni coperte da segreto di ufficio e, quindi, non divulgabili senza incorrere in sanzioni penali. Il prefetto di Catania ha subito manifestato grande sensibilità, comunicando alle stazioni appaltanti l’intenzione di valutare l’applicazione delle misure di commissariamento delle imprese, previste dalla legge, per garantire la continuità di funzione ed i servizi indifferibili per la collettività, nonché per salvaguardare i livelli occupazionali».

I CAMBI NEGLI ASSETTI DELLA TECNIS

Il Cda di Tecnis, che nelle scorse settimane ha nominato presidente del collegio di vigilanza l’ex direttore nazionale della Dia, l’ex questore Tuccio Pappalardo, ha «delegato immediatamente i suoi legali a rappresentare al prefetto la più ampia collaborazione, al fine di individuare il percorso più rapido ed efficace per garantire la continuità nell’attività di impresa ed il rispetto degli accordi di ristrutturazione dei debiti, in corso di perfezionamento con i fornitori ed il sistema bancario».

«Il Cda di Tecnis, avendo già avviato un processo di radicale riorganizzazione dell’azienda – conclude la nota della società – auspica che la momentanea difficoltà derivante dall’intervento prefettizio sia superata rapidamente, con la conferma della fiducia nel piano industriale dell’azienda».

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