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HA 42 anni ed è nato a Oppido Lucano, ma vive in Toscana, a Cecina. Nicola Calzaretta (in foto) è avvocato e giornalista, ma soprattutto cantore essenziale e insieme raffinato delle gesta bianconere. L’ultima volta in Basilicata ci è tornato per la presentazione della Coppa Gaetano Scirea. Da juventino reo confesso, l’occasione migliore per presentare nella sua terra la sua ultima creatura letteraria: Tutti gli uomini che hanno fatto grande la Juventus. Una raccolta di schede, edita a fine 2010 da Ultra Sport, dedicate a cento tra dirigenti, giocatori e tecnici che rappresentano – come riportato in seconda di copertina – “l’anima più autentica di una squadra gloriosa”. Calzaretta oggi collabora con il Guerin Sportivo e con Hurrà Juventus (house organ di corso Galileo Ferraris), ha firmato anche su Tuttosport e La Nazione. Per tre anni è andato in onda su R101 insieme a Cristiano Militello nella trasmissione “I raccattapalle”, mentre in ambito televisivo collabora con Juventus Channel oltre che con Sky. Per due anni ha curato con Giorgio Porrà “Lo sciagurato Egidio”, riuscitissimo mix di calcio e cultura ereditato da Tele+ che prendeva spunto dal soprannome che Gianni Brera diede al celebre attaccante Calloni, rimasto nella memoria più per i gol falliti che per quelli realizzati. C’è la firma di Nicola Calzaretta anche sulla collana di dvd “Campionato io ti amo”, diffusa nel 2007 da La Gazzetta dello Sport con l’obiettivo di portare sugli scaffali degli appassionati l’archivio degli ultimi trent’anni di serie A. Pur mantenendo ben piantate le radici nella professione legale, Nicola ha in qualche modo costruito la sua carriera giornalistica sulla passione bianconera. “La mia collaborazione con il Guerino è iniziata nel 1993 – racconta – e trova le sue origini nella rubrica «Scuola di giornalismo» all’epoca ideata dal direttore Marino Bartoletti. Inviai due contributi, entrambi pubblicati: un’intervista immaginaria a Scirea e una reale al portiere Luciano Bodini, negli anni Ottanta eterno dodicesimo in bianconero che rifiutò sempre, per amore della maglia, l’opportunità di fare il titolare altrove”. Quell’esercizio di fantasia in onore di Scirea, probabilmente, gli è valso la consacrazione a giornalista. Bodini è invece finito in un libro, Secondo .me. Una carriera in dodicesimo (Libri di Sport, 2002), opera prima di un Calzaretta scrittore piuttosto prolifico poi con il passare degli anni. Nel 2004 C’era una svolta (Gallucci), antologia di calciatori che hanno cambiato mestiere, nel 2006 Polvere di Stelle. Storie di delusioni mondiali (Limina). Delusioni che per fortuna in quell’anno rimasero solo in libreria. Una sua grande passione sono le figurine Panini. “Vedo in questi giorni le immagini del ritiro di Bardonecchia – racconta – e percepisco che forse Antonio Conte è l’uomo giusto per far rinascere l’entusiasmo della Juventus dei meridionali degli anni Settanta e Ottanta”. A memoria (di dvd) citiamo: Furino, Cuccureddu, Causio, Anastasi, il calabrese Longobucco, Gentile – figlio di siciliani emigrati – Brio, Galderisi. Secondo un’interpretazione diffusa, la famiglia Agnelli – oltre che per ragioni tecniche – li sceglieva apposta per radicarsi al Sud e nella gente del Sud. Il calcio come fenomeno di integrazione, anche nella Torino della Fiat che stava diventando sempre più meridionale.

p.s.

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