X
<
>

Condividi:
7 minuti per la lettura

Sanremo – Sarà un festival straordinario almeno per lui e per i lucani che vedranno anche la partecipazione da protagonista di Arisa. Lui farà da padrone di casa, è Rocco Papaleo. Il festival comincerà il prossimo 14 febbraio e in anteprima contattiamo il disponibilissimo Rocco per un’intervista al Quotidiano.
E’ all’Ariston e si sente mentre parliamo una leggera musica dell’orchestra sanremese che sta provando.

E’ bello dirlo ancora una volta: presenterai il festival di Sanremo. Come cambierà il Rocco Papaleo conosciuto come attore e cantante sul palco dell’Ariston?

Io spero di non cambiare più di tanto, nel senso che comunque è qualcosa di completamente nuovo per me rispetto a tutto quello che ho fatto. E’ vivere un’altra emozione, una nuova sfaccettatura di questo prisma che è lo show. Mi sono cimentato in tante cose nel corso della mia vita ma una così non mi era mai capitata. Non so bene cosa farò, sinceramente, tutto si sta definendo in questa ultima fase, spero di portare comunque tutte le componenti che mi hanno contraddistinto in questi anni, spero di portare sul palco la mia vena di intrattenitore, di musicista e di attore brillante. Portare un po’ di leggerezza, di poesia e di musica.

L’anno scorso hai presentato un pezzo a Sanremo ma non ti hanno accettato come cantante. Ti hanno poi preso quest’anno come presentatore. In un ipotetico bivio artistico, hanno scelto loro per te?

Sinceramente avevo chiesto un dito e mi hanno dato tutta la mano. Non lo sto vivendo come una rivincita rispetto all’esclusione dell’anno scorso perché fu ampiamente motivata e giustificata dal fatto che vengo percepito come attore e non come cantante. Non è stata una esclusione di merito ma di categoria. Quest’anno sono stato scelto come attore-intrattenitore, spero però di cogliere l’occasione per realizzare quello che avevo in mente già l’anno scorso, cioè di cantare sul quel palco che è un punto di arrivo incredibile per la storia di un ragazzo di paese che guardava Sanremo nel salotto pieno di gente , quando c’era un televisione ogni mille abitanti.

Quando ci siamo sentiti altre volte, tu mi hai detto che compi le tue scelte per ispirazione. Cosa ti ha ispirato quando hai scelto Sanremo e cosa invece ti è meno chiaro di questa avventura?

La cosa che mi esalta è quella di toccare da vicino una dimensione così importante, è l’appuntamento principale per la televisione nell’anno. Essere qui a contatto con tanti artisti, toccare con mano questo mondo. Ho conosciuto Gianni, Celentano, miti assoluti della mia adolescenza e anche della mia maturità. Questa vicinanza è molto emozionante. Ho paura d’altro canto di entrare in una dimensione che non conosco, spero che non mi tremino troppo le gambe rispetto ad una pressione che comunque c’è. L’attenzione dei media è incredibile, non ho mai fatto tante interviste nella vita, qualunque cosa viene amplificata, non è facile come recitare in un teatro normale o in un film. Questa cosa un po’ mi spaventa ma faccio affidamento sulla mia incoscienza e sulla mia curiosità.

Nella scena finale del tuo film “Basilicata coast to coast”, i protagonisti si esibiscono senza pubblico, era una critica poetica alla ricerca estenuante della grande audience. Ora sei in un mondo opposto a quello che ci hai mostrato, come vivi questa tua nuova realtà?

La vivo come una commedia, un gioco delle parti e mi fa molta curiosità trovarmi in questo ruolo al centro dei riflettori. Mi rendo conto però che è comunque una forzatura mediatica ed io dentro tutto ciò cerco di essere autentico e sincero, è una cosa che non mi spaventa più di tanto. Passeranno i giorni, i mesi e tutto tornerà alla normalità, i riflettori si spegneranno. E’ un incendio momentaneo, le cose torneranno come prima.

Come si immagina Rocco dopo il grande “incendio” del festival di San Remo ?

Questo è un tema che mi sono ampiamente posto. E’ inevitabile che sarò più conosciuto, più famoso. Il mio futuro, però è già abbastanza delineato, almeno quello prossimo. Tornerò alla mia occupazione principale: teatro e cinema. Diciamo che a prescindere da questa esperienza è già scritto quello che farò il prossimo anno. Non vivo questa occasione come opportunità espansionistica rispetto alla mia popolarità ma più come un’emozione forte da vivere come un premio, come un compimento di un percorso più umano che artistico.

Riflettori illuminano anche polemiche. Come l’ultima innescata dall’associazione “Pulitzer” dopo la presentazione al TG1 fatta da te e Morandi di Ivana Mrazova nella quale in sintesi si invitava la modella a togliere la giacca per mostrare tutta la sua bellezza. Lo diciamo che Rocco Papaleo non è un maschilista?

E’ una cosa che hanno scritto, ma era un gioco. La polemica mi è sembrata un po’ eccessiva mi rendo conto che si amplifica ma era un gioco. Anzi secondo me dimostrava tutto il contrario, che c’era un bel clima tra di noi , è un gioco delle parti. E poi ho ampiamente dimostrato in passato il mio grande amore per le donne e di quanto le donne siano al centro del mio universo. Anche nel mio film ho dato rilievo e un potere alla donna. Era proprio uno dei miei obiettivi principali, quello di parlare di una società con la donna al centro. Continuo a pensare che se il mondo fosse in mano alle donne sarebbe un mondo migliore.

Continuiamo a parlare di polemiche: una battuta sulla vicenda Celentano.

Essere artisti ingloba anche l’idea di svolgere una professione con le sue competenze e capacità, è un lavoro e merita un compenso. Poi un artista grande come Celentano che crea un indotto quantificabile, muove un mercato, ha diritto ad un compenso. Poi lui ha fatto questo gesto secondo me fantastico, un esempio in questo momento nel quale sembra che la chiave di volta della nostra economia sia eliminare l’evasione fiscale, lui non solo dà il compenso in beneficenza ma ci paga pure le tasse, mi sembra una lezione di vita.

Sanremo non è solo polemiche ma anche una tua consacrazione ad eroe di una terra come la Basilicata che di miti ne ha avuti pochi. La tua figura ormai per i più romantici è accostata a quelle di Ninco Nanco e di Crocco. Ti senti portatore dell’identità universale e storica di una terra troppo dimenticata?

Naturalmente non mi sento eroe, mi sento soltanto un uomo legato alla sua terra da cui ha ricevuto tanto. Intanto è la mia ispirazione principale che cerco di restituire attraverso il mio artigianato che è impregnato di lucanità. Se poi la gente mi considera un beniamino non posso che esserne onorato ma credo sia la storia di tanti artisti quella di essere legato alle proprie radici. Io sono molto fortunato ad essere lucano perché è una terra sconosciuta e per questo misteriosa ed affascinante, è molto vantaggioso per me poterne parlare .E’ bello poter essere narratore di uno stato d’animo che ci riguarda tutti.

Quale sarà l’elemento principale di lucanità che mostrerai all’Italia dall’Ariston?

Io ho sempre pensato che siamo un popolo gentile e discreto. La gentilezza mi sembra una nostra grande forza, vorrei apparire a tutti gli italiani come una persona gentile, perché lo è il popolo lucano. Ci sarà anche Arisa al festival, un’altra lucana illustre.. Magnifica! Ci eravamo già conosciuti prima, è un’artista davvero straordinaria. Mi piace molto, mi piace molto la sua canzone, mi piace molto il suo percorso. E’ veramente fantastica, la stimo davvero tanto ed è un piacere sentirla cantare. (340069Leggi l’intervista ad Arisa)

Ora che sei considerato da tutti un grande artista senti che il tuo sogno si sia realizzato? Hai qualche sassolino nella scarpa da togliere?

Non ho sassolini nella scarpa perché ho avuto più di quello che sognavo. Intanto il grande ed eccezionale risultato che ho raggiunto è quello di fare un lavoro che mi appassiona, mi sento oltremodo privilegiato, ho un debito con la fortuna e quindi non ho nessun tipo di rimostranza. Sono stato fortunato anche perché il mio progresso è stato lento e costante nel tempo e questa cosa mi ha fortificato al punto di poter sostenere quello che sta accadendo anche in questo momento. Ho un certo equilibrio, piedi per terra anche perché conosco tanti artisti più bravi di me ma meno fortunati, ho ben presente come la roulette della vita estragga a caso un numero piuttosto che un altro.

Cosa ci puoi anticipare del tuo nuovo disco, del tuo nuovo film e della tua tournèe teatrale?

In teatro riprenderò la mia tournèe di teatro canzone. Uscirà il disco ma magari ne parleremo più in là. Per quanto riguarda il film le riprese inizieranno a fine agosto, si intitolerà “ Una piccola impresa meridionale” , non sono ancora sicuro della location, credo in Sicilia , alle “Isole Egadi” ma nulla è definitivo, finisco questa esperienza e ci penserò sopra.

Concludiamo. Cosa è la Bellezza?

La Bellezza è una emozione visiva profonda. Emozionato ma non troppo: «Il mio progresso è stato lento, perciò sono un uono equilibrato».

Francesco Altavista

https://www.facebook.com/pages/Il-Quotidiano-della-Basilicata/1441588122861160099ff]4|14]Visita la nostra pagina Facebook

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE