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È CALATO il sipario sull’edizione primaverile di “Abilmente”, fiera tenutasi dal 26 febbraio al 1 marzo a Vicenza; una babele creativa, in cui è affluito il meglio del meglio da ogni del mondo, compresa Matera capitale europea della cultura 2019.
Sono stati più di mille i workshop e le aree demo, per una fiera che vuole essere in contemporanea mostra e laboratorio, oltre a un’occasione per scoprire le tecniche più recenti e riscoprire le tradizionali. Un’officina creativa dinamica per le appassionate e gli appassionati di patchwork, cucito creativo, tricot, telaio, scrapbooking, decorazione, bijoux e cake design. Una quattro giorni caratterizzata dal viavai ininterrotto di donne e uomini di tutte le età con un solo denominatore comune: l’amore per la creatività in tutte le sue declinazioni, perché si sa che è la naturale estensione del nostro entusiasmo. Lo scorso anno erano stati esposti gli elaborati frutto del laboratorio creativo “Intrecci d’arte” dell’Associazione Aide (Associazione Indipendente Donne Europee) di Matera e poi Matera è stata eletta capitale europea della cultura per il 2019. Ne abbiamo parlato con l’architetto Lea Di Muzio, direttore artistico della manifestazione fieristica vicentina.

Abilmente ha portato fortuna a Matera 2019, qual è la prima cosa che le viene in mente quando pensa alla città dei Sassi?

«Quando penso a Matera vedo l’urbanistica creativa per antonomasia. Bellissima, perché l’aspetto architettonico passa in secondo ordine, rispetto al momento di aggregazione. Potrebbe essere veramente la città della creatività. Immagino i laboratori in questi Sassi meravigliosi e sarebbe bellissimo riportare il tema della cultura artigianale in città. So che fanno tante iniziative, ma potrebbe essere veramente interessante un evento sulla manualità creativa, come fonte di aggregazione, presentando in queste meravigliose scenografie, i manufatti che esponiamo ad Abilmente».

Chi è Lea Di Muzio?

«Sono uno strano Direttore artistico, perché in realtà mi ritengo più figura che riesce a collegare le variegate realtà, che animano questo mercato perché non essendo nè una fiera dell’artigianato, nè una fiera dell’arte, ma una fiera che si colloca nel cosiddetto mondo della manualità creativa, in cui il protagonista vero è il materiale, non l’idea dell’artista o l’esperienza dell’artigiano. È un mondo difficile da coniugare, perché ci sono realtà molto diverse, c’è l’azienda che produce macchine da cucire, c’è la creativa che assurge al ruolo di artista, quindi mi piace impastarmi le mani con questo variegato mercato».

Com’è nata Abilmente?

«Da un incontro, che ho avuto con un produttore del settore, che mi diceva come in realtà questo mondo sia stato scoperto dagli americani, quando le aziende americane si sono trovate in forte crisi perché non vendevano più i prodotti alle scuole di indirizzo artistico e gli artisti stavano guardando un altro mondo, che era il mondo del riciclo, dell’arte virtuale e delle installazioni e hanno così scoperto in quel momento, la donna. La donna che voleva affermare la sua personalità e, quindi, come strumento la creatività per uscire fuori dal guscio dell’attività domestica. Mi è piaciuto molto questo approccio e come la donna si è appropriata a 360° della creatività. In questa esplosione c’è dentro di tutto: dall’impiegata che passa molte sue ore a lavorare con le mani, c’è la casalinga che ne ha fatto una vera e propria attività, e quindi questa donna che si è appropriata della creatività ora la sta declinando in tanti modi».

Quanto è importante nella vita essere creativi?

«Penso che oggi sia molto importante essere creativi, perché il lavoro da impiegato, il lavoro nella quotidianità è molto alienante. È alienante anche la vita frenetica che si conduce per cui spazio alla creatività. Tant’è vero che si sta diffondendo questo modo di sentirsi bene. Moltissime donne sono uscite dalla depressione attraverso la manualità creativa».

Cosa pensa del vecchio proverbio toscano: “Le parole sono femmine e i fatti sono maschi”?

«Oggi è veramente superato perché le donne da quando si sono messe i pantaloni -molte dirigono aziende anche importanti- hanno dimostrato di saper essere all’altezza degli uomini e nello stesso tempo di avere la capacità di saper guardare oltre le carriere, la professione, con quell’intuito che è tipico della donna. Penso questo anche se gli uomini si stanno avvicinando a questo mondo. L’esperienza di Magliuomini insegna che se gli uomini si mettono in questo mondo, lo vogliono fare talmente bene da essere veramente in competizione con le donne e quindi vogliono diventare loro protagonisti».

Quali le prossime frontiere della manualità?

«Si sta diffondendo moltissimo la nuova frontiera del crochet e del tessuto, tessuto declinato come patchwork, cucito creativo. Abbiamo visto con l’operazione che ha fatto CreativeMamy come il cucito stia diventando invasivo. Il mondo della donna è un cucito diverso dal cucito pratico».

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