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Un allarme drammatico quello lanciato da Legautonomie Calabria che ha presentato il decimo rapporto sulla sicurezza degli amministratori locali, sempre più vessati e vittime di intimidazioni. Nel 2011, infatti, sono stati rilevati 103 atti intimidatori contro i rappresentanti delle istituzioni locali, in linea con quanto si è verificato l’anno precedente. Una condizione di assoluto allarme, che ha spinto il presidente di Legautonomie, Mario Maiolo, a chiedere un maggiore impegno da parte di tutte le istituzioni, a partire dalla Regione Calabria che, ha detto Maiolo, «deve dirci se ha la volontà di sostenere le autonomie locali».
Dal segretario di Legautonomie, Claudio Cavaliere, è invece arrivata la proposta di costituire «un organismo investigativo ad hoc, una task force organizzata che possa leggere quello che avviene nel Comune interessato da intimidazioni». Secondo Maiolo, dunque, «in questo fenomeno i Comuni sono le vittime, così come lo sono i tantissimi amministratori calabresi che reggono il peso di una crisi pesante». Maiolo ha poi evidenziato la correlazione tra le intimidazioni e i periodi elettorali e scioglimenti dei Comuni, con il rischio che questi atti possano diventare «una pratica politica, uno strumento di antagonismo». Nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro, il presidente di Legautonomie ha anche ribadito la mancanza di «reti solide di relazioni istituzionali che possano fare sentire le centinaia di enti locali calabresi e i loro rappresentanti, partecipi di un’idea di governo, società e di scelte per lo sviluppo».
All’iniziativa erano presenti, tra gli altri, anche i sindaci di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole (nella foto); Rosarno, Elisabetta Tripodi; Lamezia Terme, Gianni Speranza; Torre di Ruggiero, Pino Pitaro; Montauro, Leo Procopio.
Ed il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, ha dichiarato intervenendo alla presentazione: «Le intimidazioni agli amministratori e alle istituzioni locali sono un’intimidazione a tutta la comunità. I cittadini devono indignarsi davanti a questo. La svolta ci sarà quando loro capiranno che ogni frase e ogni gesto contro gli amministratori sono un’offesa a tutta la popolazione». Secondo Girasole, «c’è oggi una grande distanza tra gli amministratori e i cittadini, così come c’è qualcuno che ha sempre deciso e vuole continuare a farlo al posto dei cittadini».
Tra le testimonianze, anche quella del sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, costretta a vivere sotto tutela. Il primo cittadino ha detto: «Non mi sono mai sentita sola, perchè c’è stata subito una risposta corale. Il tentativo che si attua con le intimidazioni e con la calunnia è quello di destabilizzare, di non fare durare un’esperienza amministrativa».
Il sindaco di Lamezia Terme, Speranza, ha proposto l’organizzazione di due iniziative, una a Isola Capo Rizzuto e l’altra a Rosarno, che possano permettere di registrare tra «i sindaci una maggiore solidarietà», spiegando che «siamo di fronte a un problema nazionale che qui ha una sua particolarità, ma non si può continuare a vederlo come un fatto puramente locale».

I DATI DI LEGAUTONOMIE CALABRIA
Le realtà maggiormente a rischio risultano quelle del Crotonese e del Reggino, rispettivamente con il 21 per cento e con il 31 per cento dei casi registrati nello scorso anno. Dal 2000 ad oggi, è stato aggiunto, complessivamente sono stati registrati quasi mille intimidazioni ai danni di amministratori, ai quali si aggiungono gli episodi non denunciati o non rilevati dalla stampa. Drammatica l’evoluzione che si registra in provincia di Crotone, dove l’85 per cento dei Comuni ha dovuto fare i conti con almeno un episodio; segue il Vibonese (80 per cento), la provincia di Reggio Calabria (64 per cento), il Catanzarese (54 per cento) e la provincia di Cosenza (35 per cento). Nell’anno appena trascorso, oltre un episodio su tre ha riguardato direttamente i sindaci, con il 70 per cento delle intimidazioni rivolte ad amministratori comunali, quindi il 10 per cento hanno preso di mira strutture e beni comunali, l’8 per cento gli amministratori regionali. Nel 2011 sono anche aumentati i danneggiamenti, gli incendi di autovetture e proprietà private, le aggressioni. Sono invece diminuiti, secondo il rapporto di Legautonomie, gli spari contro beni, l’utilizzo di ordigni esplosivi, gli incendi di strutture e beni pubblici, le lettere e i messaggi intimidatori.

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