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PRESENTATO questa mattina a Roma, alla presenza del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, il Rapporto nazionale sulle prove Invalsi. Il Rapporto, che ha l’obiettivo di stimolare i processi di autovalutazione per migliorare le performance delle scuole, si basa su un campione di circa novemila classi e di oltre 189mila studenti. 

Complessivamente, nell’anno scolastico appena concluso, nelle prove Invalsi di italiano e matematica sono state coinvolte 13.232 scuole, 141.784 classi e 2 milioni 862mila studenti. I risultati dell’anno scolastico 2012-2013 sono in linea con quanto emerso dalle precedenti rilevazioni: le regioni del Mezzogiorno ottengono in generale risultati peggiori, anche se si rilevano miglioramenti per Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. Un ritardo, quello del Mezzogiorno, che si evidenzia già nei gradi iniziali dell’istruzione e che tende ad ampliarsi lungo il ciclo di studi.  

Osservando le prove di italiano, dal rapporto emerge una maggior dimestichezza dei ragazzi con i testi narrativi, rispetto a quelli basati su quesiti espositivi e a quelli di tipo non continuo o misto, in cui viene richiesto anche di interpretare dati e grafici funzionali all’esposizione dei contenuti del testo. Minori competenze sono state anche evidenziate nei quesiti di natura grammaticale rispetto a quelli di comprensione del testo. Sul fronte della matematica, le difficoltà maggiore sono emerse soprattutto nell’ambito “spazio e figure” e in quelli “relazioni e funzioni” rispetto agli ambiti “numeri” e “dati e previsioni”. Le domande in cui è stato chiesto di interpretare e, in parte, di formulare ipotesi sono risultate più complesse, almeno fino al primo anno di scuola media. 

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