X
<
>

Condividi:
7 minuti per la lettura
             CITTÀ  DI  POTENZA
Ufficio Stampa
Potenza, 18 febbraio 2013
Conclusa la tre giorni di PotenzaSmart 
Santarsiero: “Bisogna essere preparati alla Cultura del Digitale, chi prima lo fa, vince, sarà più dinamico e più competitivo.”
Con la tre giorni dedicata al ruolo dell’Innovazione e del Digitale nella crescita delle piccole città abbiamo vissuto momenti di grande interesse e di altissima formazione con relatori di assoluto valore.
Siamo partiti dalla piena consapevolezza che le città, le aree urbane, sono sempre più il fulcro intorno al quale far ruotare la promozione dello sviluppo locale.
Sono al centro di sviluppi demografici, socio-economici ed ambientali di notevole rilevanza ed impatto e sono oggi chiamate a scelte complesse e difficili.
In Europa, e soprattutto  nel nostro Sud, ove è clamorosamente mancato il loro ruolo, c’è bisogno di aree urbane ed aree metropolitane efficienti, intelligenti e ben attrezzate, sono questi i poli ove si concentrano investimenti orientati al futuro, ove sono presenti competenze, conoscenze, servizi a tutti i livelli.
L’Unione Europea crede in maniera decisa nelle città e riconosce allo sviluppo urbano un ruolo determinante per gli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva della Strategia Europea 2020.
Le Politiche per la crescita ed il rafforzamento delle aree urbane diventano in particolare un elemento essenziale ed imprescindibile per attuare i processi di sviluppo locale.
Nel nostro Paese si deve recuperare un ritardo ultradecennale nelle politiche a favore degli Enti Locali e molto fa sperare il documento di Barca su “Metodi e Obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020” nel quale si riconosce alle aree urbane una funzione strategica.
Il Convegno ha confermato che sono proprio le città il luogo naturale ove poter offrire una risposta alla domanda di prospettive e di costruzione del futuro e rappresentano nuovi ecosistemi con dinamiche molto complesse.
Emerso con uguale chiarezza che questo ruolo o si sviluppa sui sentieri del digitale e dell’innovazione o semplicemente non si sviluppa.
Abbiamo ben compreso che il mondo digitale e la rete rappresentano una straordinaria opportunità, una porta attraverso la quale accedere a maggiori informazioni, maggiori conoscenze, nuove forme di relazioni.
E’ questo il luogo ove poter costruire una cultura nuova di respiro globale rendendo patrimonio di tutti i valori più alti e i migliori sviluppi del pensiero umano.
Le nuove tecnologie hanno dato origine ad un vero e proprio nuovo spazio sociale, un’agorà che, come ricorda anche il Papa, non è propriamente uno spazio ludico o spazio effimero nel quale entrare con altra identità, ma è un luogo reale ormai parte della nostra realtà quotidiana, una piazza pubblica ed aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni in grado di influire sulla società e sulla vita delle persone, trasformando la realtà stessa.
Non sono mancate le riflessioni sui rischi, sia quelli di rimanere chiusi in una “bolla” che fa da filtro con ciò che è diverso da sé, sia quelli di vedere esaltati, per effetto della rapidità, accessibilità e dimensione della Rete, gli aspetti più deteriori della vita quotidiana.
Bisogna essere preparati alla Cultura del Digitale, chi prima lo fa, vince, sarà più dinamico e più competitivo.
Credo che oggi siamo nella fase in cui stare nella Rete è già un vantaggio, ma vince davvero chi anticipa i futuri contesti ed i futuri modi di utilizzare e stare in tale nuovo spazio, eliminando da subito gli elementi inquinanti e utilizzando al meglio questo nuovo contesto esistenziale.
Ovviamente senza escludere e rinunciare a quanto di buono è maturato sino ad oggi fuori dalla Rete.
I vecchi sapori delle relazioni, comunicazioni e confronti diretti tra individui, la lettura di buoni libri cartacei, il tempo della riflessione e della concentrazione.
La sfida è chiara.
Vedere nella Rete uno spazio antropologico interconnesso in maniera radicale con gli altri spazi antropologici della nostra vita.
Questa tre giorni ha, insomma, dimostrato che ci sono nuove prospettive per le politiche, anche le più illuminate.
Quando si afferma, con De Kerchkove, che “l’intellettualità diffusa è un principio di coesione” di fatto si va ad implementare le stesse politiche europee e si rafforzano le azioni di sviluppo locale.
La Rete, infatti, nel favorire la connessione e la condivisione delle idee, favorisce la moltiplicazione e la qualità delle idee stesse.
E’ questo il vantaggio competitivo di una vasta connessione tra intelligenze che diventa uno dei punti essenziali dello sviluppo locale.
Nel momento in cui le Politiche di Coesione (360 MLD€) e strumenti UE come Orizzonte 2020 (80MLD€), nel riconoscere un ruolo primario agli Enti Locali e allo sviluppo urbano sostenibile, riconoscono anche il valore dei nuovi “ecosistemi di innovazione” rispetto alle tradizionali infrastrutture, la competitività dei territori passa attraverso la ricerca nel campo dell’Agenda Digitale e ambiti operativi come le iniziative Smart City.
Infine un Grazie a quanti hanno consentito di avere a Potenza questa tre giorni orientata al futuro, dagli Uffici Comunali ad un esperto potentino di grande valore, Giuseppe Granieri, ed ai suoi collaboratori.
Da questa tre giorni siamo usciti molto più ricchi e formati di quando siamo entrati.
Su questi percorsi c’è futuro.

«Bisogna essere preparati alla Cultura del Digitale, chi prima lo fa, vince, sarà più dinamico e più competitivo.». Punto. E allora è questa la premessa del ragionamento con cui il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, tira le somme della tre giorni “Grande futuro per piccole città”. In città, sotto l’idea del contenitore “Potenza Smart” si è discusso di digitale, innovazione, prospettiva, smart city, con grandi nomi. 

«Abbiamo vissuto momenti di grande interesse e di altissima formazione con relatori di assoluto valore.Siamo partiti dalla piena consapevolezza che le città, le aree urbane, sono sempre più il fulcro intorno al quale far ruotare la promozione dello sviluppo locale.Sono al centro di sviluppi demografici, socio-economici ed ambientali di notevole rilevanza e impatto e sono oggi chiamate a scelte complesse e difficili. In Europa, e soprattutto  nel nostro Sud, ove è clamorosamente mancato il loro ruolo, c’è bisogno di aree urbane ed aree metropolitane efficienti, intelligenti e ben attrezzate, sono questi i poli ove si concentrano investimenti orientati al futuro, ove sono presenti competenze, conoscenze, servizi a tutti i livelli», dice Santarsiero. 

Del resto, da tempo ormai, l’Unione europea chiede di spingere sulle aree urbane che «diventano in particolare un elemento essenziale e imprescindibile per attuare i processi di sviluppo locale. E l’evento di “Potenza Smart” ha confermato che sono proprio le città il luogo naturale ove poter offrire una risposta alla domanda di prospettive e di costruzione del futuro e rappresentano nuovi ecosistemi con dinamiche molto complesse. Abbiamo ben compreso che il mondo digitale e la rete rappresentano una straordinaria opportunità, una porta attraverso la quale accedere a maggiori informazioni, maggiori conoscenze, nuove forme di relazioni. E’ questo il luogo ove poter costruire una cultura nuova di respiro globale rendendo patrimonio di tutti i valori più alti e i migliori sviluppi del pensiero umano». 
Certo, aggiunge ancora Santarsiero, «bisogna essere preparati alla cultura del digitale. Credo che oggi siamo nella fase in cui stare nella Rete è già un vantaggio, ma vince davvero chi anticipa i futuri contesti ed i futuri modi di utilizzare e stare in tale nuovo spazio, eliminando da subito gli elementi inquinanti e utilizzando al meglio questo nuovo contesto esistenziale.Ovviamente senza escludere e rinunciare a quanto di buono è maturato sino a oggi fuori dalla Rete. I vecchi sapori delle relazioni, comunicazioni e confronti diretti tra individui, la lettura di buoni libri cartacei, il tempo della riflessione e della concentrazione. La sfida è chiara.Vedere nella Rete uno spazio antropologico interconnesso in maniera radicale con gli altri spazi antropologici della nostra vita». 
Un messaggio? «Ci sono nuove prospettive per le politiche, anche le più illuminate. uando si afferma, con De Kerchkove, che “l’intellettualità diffusa è un principio di coesione” di fatto si va ad implementare le stesse politiche europee e si rafforzano le azioni di sviluppo locale. La Rete, infatti, nel favorire la connessione e la condivisione delle idee, favorisce la moltiplicazione e la qualità delle idee stesse.E’ questo il vantaggio competitivo di una vasta connessione tra intelligenze che diventa uno dei punti essenziali dello sviluppo locale». 
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE