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IRSINA brucia ancora, un vastissimo ed inatteso incendio, si è sviluppato mercoledì pomeriggio sotto le mura della chiesa cattedrale SS Maria Assunta; i primi a giungere  sul posto sono stati i volontari dell’associazione Vola del comparto antincendio, insieme agli agenti della Corpo forestale e la polizia locale, subito dopo anche i Vigili del fuoco di Matera.

La natura del’incendio è dichiaratamente di origine dolosa, anche perché con le temperature che si stanno registrando in questi giorni, seppure più alte della norma, non sembrano che siano in condizione di sviluppare un sistema di autocombustione.

Ci sono volute diverse ore per spegnere il rogo, che alla fine ha distrutto diversi alberi di pino, proprio sotto le mura federiciane ed una buona fetta di verde nell’area limitrofa.

In molti si chiedono cosa accade ad Irsina, perché il fuoco  si avvicina così pericolosamente all’abitato, interrogandosi, che fine abbiano fatto gli ambientalisti.

Negli ultimi due anni ad Irsina si sono sviluppati diversi incendi, domati grazie alla prontezza d’intervento dei volontari presenti sul territorio.

Due estati fa andò in fumo interamente il cosiddetto “Fosso Macello”, una lingua di verde che taglia verticalmente il perimetro della città da nord a sud, fermandosi alle porte della pizzeria Rodary Park; quest’anno, nel mese di agosto, un altro violento incendio alle porte del paese in via delle Puglie ha portato le fiamme fino dentro l’abitato -e solo grazie al sangue freddo di una badante che ha pensato bene di proteggere l’anziano in sua custodia,  all’interno dell’abitazione in un posto al chiuso, ed al tempestivo intervento dei carabinieri che sono riusciti  immediatamente a mettere in salvo le due persone scongiurando  il peggio; anche in questo caso le fiamme sono arrivate nell’abitato.

L’altro pomeriggio, ancora un episodio che non causato evidenti  pericoli a persone, ma ha lasciato l’ennesima scia di nero, e una fotografia della facciata nord della cattedrale visibilmente deturpata.

Gli addetti ai lavori,  più volte hanno ribadito  le cause principali che determinano questi incendi, imputabili, certamente  alla mano maldestra del piromane che provoca le fiamme, ma che le maggiori cause sono  imputabili  all’incuria di questi luoghi,  che non vengono più curati, così come si faceva una volta.

L’anno scorso un incendio portò via il 70% del bosco del monte d’Irsi, resiste perché ci sono volontari che vivono nel bosco e lo proteggono anche dal fuoco.  Ma che devono proteggersi dalle critiche di qualche consigliere dell’opposizione in assise (come da interrogazione) visibilmente  preoccupata, chiedendosi da chi vengono incassati i proventi  delle bibite alla macchinetta del caffè, installata nell’area servizi  all’oasi nel bosco).

Una città come Irsina, che si pone l’obiettivo di recitare un ruolo di primo livello nello scenario turistico regionale, detenendo tutti gli attributi, non può non considerare questi aspetti così inquietanti; la comunità  sta mostrando  un’evidente preoccupazione per il fatto che, con questi ritmi cadenzati di incendi, a breve non rimarra in piedi nemmeno più un albero, con rischi seri anche per le abitazioni ed i monumenti; proprio come nell’ultimo caso con la cattedrale.

provinciamt@luedi.it

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