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CASTROVILLARI (CS) – Faceva intendere agli imprenditori presso i quali si recava per controlli che in caso di mancata adesione alle sue richieste di denaro o altri beni nei successivi controlli ispettivi avrebbe rilevato eventuali irregolarità sui cantieri ed emesso pesanti contravvenzioni. Con l’accusa di concussione e altri reati connessi, questa mattina i poliziotti del commissariato di Castrovillari hanno arrestato Antonio Parrotta, sessantenne funzionario dei servizi ispettivi dell’Azienda sanitaria provinciale nella sede di Castrovillari

L’indagine, nata dalla denuncia di due imprenditori stanchi di pagare, ha permesso di scoprire una ampia rete di vittime del funzionario, che – secondo la Polizia di Stato – avrebbe vessato  decine di imprenditori della zona. Proprio in funzione della sua attività lavorativa, e abusando dei suoi poteri, faceva infatti intendere agli imprenditori edili sottoposti ai primi controlli che in caso di mancato pagamento  (in denaro o altri beni) li avrebbe poi multati.

Le indagini degli uomini del vicequestore aggiunto Giuseppe Zanfini sono durate circa sei mesi e si sono servite di numerose intercettazioni, pedinamenti, appostamenti e riprese video. Utili sono stati anche le numerose testimonianze di imprenditori locali che, stavolta, hanno collaborato. Parrotta è stato continuamente seguito dai poliziotti, e in una circostanza è stato anche filmato dal personale della polizia scientifica mentre si faceva consegnare da un imprenditore delle cassette di mandarini. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Castrovillari, Carmen Ciarcia, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Maria Grazia Anastasia. In mattinata, dopo le formalità negli uffici del commissariato di Castrovillari, Antonio  Parrotta è stato portato e rinchiuso nel carcere della città del Pollino. 

Le indagini vanno comunque avanti per delineare  la posizione di numerosi imprenditori che, in virtù del loro comportamento,  potrebbero assumere la veste di indagati, visto che quello della concussione è un reato di “cooperazione” che prevede l’esistenza di due figure: il concussore, ovvero colui che abusa del proprio potere, e il concusso che subisce le pressioni ed è costretto o indotto a violare la legge.

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