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POTENZA – Inizia a piovere mentre il corteo si snoda per le vie della città. Ma l’acqua non fa paura a quel papà che ha voluto portare il suo bimbo di nemmeno un anno alla manifestazione. Con un impermeabile copre la piccola creatura che porta sulle spalle. Quella di Libera è come una festa. Lo capisci dal trionfo di colori che invade le strade e nulla può contro il grigio del cielo nuvoloso. E in molti vogliono esserci per dare un segnale “diverso”. Ci sono i parenti delle vittime di mafia, ma non solo loro. Ci sono le istituzioni, gli amministratori pubblici in fila con i gonfaloni, i sindacati, le associazioni, le famiglie, la gente comune e soprattutto tanti, tanti giovani. Per lo più studenti, arrivati per l’occasione da tutta Italia. Gridano slogan e cantano canzoni contro le mafie e per la legalità. E’ una prova importante per tutta la città. E il sindaco Santarsiero che di buon’ora è già a piazza Bologna, da dove qualche ora dopo partirà il corteo, lo sa bene: «Abbiamo sempre considerato una straordinaria opportunità il fatto che Potenza quest’anno sia stata prescelta come città che ha ospitato la grande manifestazione annuale di Libera. Siamo orgogliosi. Oggi il capoluogo lucano farà sentire a tutta Italia la propria voce, il suo no alla criminalità. Questa città ha nel suo dna i valori di democrazia e libertà ed è ben consapevole che solo con la legalità si possono attuare progetti di crescita socio economica. Da oggi Potenza sarà più consapevole e più matura».
Stesso sentimento per il governatore lucano, Vito De Filippo, che sfila insieme alla moglie Rosa. «Siamo orgogliosi di ospitare questa importante manifestazione in una regione che – come dice don Ciotti – è “terra di luce”. Oggi a Potenza c’è l’Italia buona, l’Italia migliore e noi non potevamo non esserci. Aggiungo che la mafia, quella vera, è un limite forte alla crescita economica e sociale di questo Paese. Ed è molto bello che arrivi questa voglia di riscatto proprio dal Mezzogiorno che, anche con molti pregiudizi, viene considerato come il luogo più fertile per il radicamento delle mafie, anche se i fatti hanno dimostrato che le cose non sono così e che il malaffare attecchisce anche nelle zone più opulente». «Penso – aggiunge De Filippo – che la Basilicata debba uscire da questo sterile dibattito su “Isola felice” o meno. Siamo una regione del Sud, esposta a possibili incursioni malavitose delle altre regioni. Anche noi abbiamo avuto i nostri fatti importanti. Ma proprio per questo le istituzioni devono lavorare per frenare questi fenomeni e sostenere il lavoro delle forze dell’ordine.
C’è poi un gioco minore di antimafia, che è parte del dibattito che c’è in questa regione ma che io non considero prioritario rispetto alla grandi sfide che la Basilicata ha di fronte».
Poi l’invito del presidente della Provincia, Piero Lacorazza «a offrire ognuno per la propria parte un contributo per far crescere la cultura dell’antimafia e della legalità».
Tra le tante bandiere presenti anche quelle di Cgil, Cisl e Uil, insieme per l’occasione. Ci sono anche i tre operai licenziati dalla Fiat, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. A nome dei segretari regionali parla, il leader della Uil, Carmine Vaccaro: «Siamo qui per dimostrare che anche il mondo del lavoro ha bisogno di legalità ma soprattutto per prendere esempio da chi ha sacrificato la propria vita e per essere da sostegno a tutti i cittadini che chiedono legalità».

Mariateresa Labanca

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