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POTENZA – Il concerto live acustico dei musicisti docenti dell’associazione Boom, lezioni di make-up e fashion style, bozzetti e simulazioni di costruzione di cartamodelli per avvicinarsi alla sartoria, le esibizioni del Paz Jazz Quartet, guerrilla gardening, Concert band Città di Potenza, Cronacanti di Rocco Pezzano, letture, estemporanee di fumetto, magia, mostra pittorica. Spazio anche alla solidarietà, con Magazzini Sociali che ha proposto una raccolta straordinaria della beneventana pasta Rummo, colpita dall’alluvione, da distribuire alle famiglie bisognose. E’ l’Open Villa Fest, la giornata di “celebrazione” di artisti, musicisti e associazioni della Villa del Prefetto, riaperta finalmente al pubblico per volere della Provincia sebbene per un breve periodo.
Ieri la villa ha preso a vivere tra i colori dell’autunno e i mille volti della città, riuscendo ad attrarre gente di ogni età. A rendere la Villa così attrattiva, da un lato la curiosità che lo stesso luogo suscita dopo anni di chiusura e abbandono, dall’altro il lavoro di rete che c’è alle spalle di questo evento che vede la collaborazione di numerose associazioni presenti sul territorio.
Ognuno ha messo a disposizione e ha condiviso idee e ciò che ha potuto, a costo zero per gli enti pubblici. A loro, quindi, adesso, il compito di continuare a mantenere in vita questo pezzo storico della città, attivandosi sia per l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione che per la gestione e la manutenzione.
Questa la richiesta degli organizzatori, in particolare di Potenza Rete, un laboratorio di idee che mette insieme associazioni e individui che hanno a cuore la crescita culturale della città attraverso la collaborazione, la rete appunto. Ma è quanto chiedono anche i cittadini, tutti in qualche modo legati alla Villa del Prefetto.
C’è chi, quindicenne, nel vederla la prima volta dice: «Ne ho sempre sentito parlare, dai genitori, dai nonni. E’ come la immaginavo, forse anche più bella», e chi trentenne, invece, afferma: «Certo, credo ci siano ancora delle cose da fare, si vede che la riqualificazione non è completa ma già così è oro rispetto a prima».
I più anziani sono i più esigenti: «Ho sentito che dovrebbe essere aperta fino ad ottobre – dice un gruppo di loro – l’importante però è che poi chiudono per farci i lavori e che i lavori finiscano presto. Sono 30 anni che aspettiamo. Prima esisteva solo il centro storico, le zone periferiche che ci sono oggi come Gallitello, Macchia Romana non c’erano. Potenza era Santa Maria e via Pretoria. E’ qui che noi siamo cresciuti. E’ bella anche così, per venirci a passeggiare e a fare una chiacchiera seduti alle panchine. Ovviamente in un evento come questo è ancora più bello. Queste iniziative andrebbero fatte più spesso e non solo qui, come a Montereale, che una volta era come la Villa del Prefetto, fiore all’occhiello di questa città». 

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