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POTENZA – «Dove si lavora si vive. Per noi è del tutto naturale dare un contributo». Carlo Trerotola, per tutti ormai nel quartiere di Rione Lucania, non è il dottor Trerotola ma semplicemente Carlo.
La sua farmacia è lì dal 1977, quando era il padre a portare avanti l’attività. Sarà per questa continuità generazionale o perché «è il farmacista che fa la farmacia e non il contrario», come ama dire, o perché come ricorda «noi venivamo da un paese e quindi per noi è sempre stato normale vedere la gente pulire le strade, a prescindere dai netturbini», che considera quel rione come casa.
E a casa propria ci si dà da fare per renderla bella, pulita, accogliente. E’ grazie alla farmacia Trerotola, infatti, che negli ultimi tempi a rione Lucania si sono potuti realizzare una serie di piccoli interventi: la riqualificazione di un’area verde con giochi per bambini, le feste di fine estate (ultima in ordine di tempo quella di settembre in cui si è esibita La Ricotta), alcuni gesti di solidarietà verso famiglie bisognose, come la donazione di 40 litri d’olio, pochi giorni fa un giardinetto, ripulito e abbellito con nuove piantine.
Il suo impegno lo spiega così: «Il farmacista è per natura del sociale. Poi noi siamo nati qua, è una questione fisiologica. La comunità ci ha integrato e ci ha accolto, fin dai primi anni. Quando c’era il terremoto dell’80, venivano a portarci il caffè. Quanti capodanno ho trascorso nella farmacia, ho brindato con ragazzi che ho visto diventare adulti».
Si tratta, in sostanza di «sentirsi parte» di un’entità più grande, che sempre più spesso con semplicità chiamiamo comunità, come se fosse qualcosa di preconfezionato e in cui ci si trova dentro quasi per evoluzione naturale quando invece in realtà è qualcosa che si costruisce, come ha fatto Carlo Trerotola e suo padre ancora prima.
«Lui era solo più silenzioso – afferma – Tant’è che gli è stato intitolato il giardino della scuola elementare». Anche Carlo è molto modesto: «Anche se si fa dieci – dice – dico ad Orazio di dire cinque. E non è un modo per sopperire alle istituzioni oggi che le casse comunali sono in difficoltà ma semplicemente di ricambiare l’affetto che c’è sempre stato mostrato. Tutto qui. Sebbene in un momento di totale sfiducia in esse purtroppo non ci sentiamo garantiti».
Ecco quindi il messaggio che vorrebbe mandare: «Alle istituzioni di stare di più tra la gente e alla gente di sentirsi parte del quartiere, come se fosse la loro casa».
Un’operazione a Rione Lucania certamente valorizzata dal comitato di quartiere, davvero attivissimo.
Orazio Colangelo è a capo dell’organizzazione ma – come lui spesso sottolinea nel racconto che del suo quartiere fa attraverso i socialnetwork _ «è lavoro di squadra».
Sono diversi i privati che a rione Lucania condividono ciò che possono: dalla pizzeria ai commercianti del mercato coperto, come nel caso dello spettacolo del trio comico a settembre. Poi ci sono gli spazi, ben valorizzati – basti pensare al campetto di calcio – usato per tutti i tipi di sport dallo zumba all’autodifesa – e l’impegno dei cittadini. Conclude Trerotola: «Come per il farmacista e la farmacia dico che sono le persone a fare i quartieri».

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