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PER chi si aspettava una reale trasparenza, è rimasto alquanto deluso. E non perchè non sia mancata la volontà. Del resto le parti erano e restano assai distanti. Tutti ovviamente hanno dato una propria versione dei fatti. Ma la sensazione è che di strada se ne dovrà fare molta prima che tra cittadini che chiedono garanzie per il proprio territorio, tecnici del ministero e quelli della Sogin possa “scoppiare” la pace. Un risultato significativo, però, è stato raggiunto. Erano, infatti, 4 anni che il “Tavolo della trasparenza” sull’Itrec di Rotondella non veniva convocato. Il faccia a faccia – con toni anche accesi – è stato fortemente voluto dall’assessore Aldo  Berlinguer che ha avuto il suo bel da fare per mediare tra le parti. Accanto al membro dell’esecutivo di Piettella c’era il direttore dell’Arpab Aldo Schiassi ed esponenti dell’Ispra, della Sogin e del ministero dello Sviluppo economico. In platea presenti le associazioni ambientaliste interessate alla questione, responsabili sindacali e un nutrito gruppo di grillini.

Al centro di buona parte delle relazioni e del dibattito è stato, ovviamente, quanto accaduto il 21 agosto scorso data in cui si è verificato un percolamento di sostanze radioattive dalla “fossa 7.1”.

Edoardo Petagna, responsabile di Itrec, dopo aver illustrato storia e compiti di Sogin, ha spiegato quanto successo il 21 agosto. Secondo quanto ha dichiarato, tutto si sarebbe svolto secondo i protocolli di sicurezza: la segnalazione a Ispra, che poi ha provveduto a incaricare Arpab di un primo esame e a effettuare un sopralluogo alcuni giorni dopo. Il risultato delle indagini è stato positivo: non è emerso – stando a quanto dichiarato dal responsabile di Itrec – di pericoloso per l’ambiente e la salute umana. Questo aspetto è stato molto dibattuto. Molte infatti le domande poste dagli ambientalisti (erano presenti tra gli altri “No scorie” “Cova contro”) e dagli esponenti del Movimento 5 Stelle. Secondo quanto spiegato da Petagna «il terreno interessato dalla fuoriuscita del percolato dal monolite è di circa 2 metri quadrati» e, ha ripetuto più volte: «non ha prodotto danni per l’ambiente e i lavoratori». Dichiarazioni che, comunque, non hanno convinto. Sono stati molti a chiedere più trasparenza a Sogin: dalle gare di appalto, alla divulgazione dei dati, fino alla comunicazione. Insomma una sorta di opposizione su tutta la linea.

Nell’ambito del tavolo è stato poi illustrato anche lo stato di avanzamento del decommissioning dell’impianto.

Lamberto Matteocci di Ispra ha sostanzialmente confermato quanto sostenuto da Sogin, in merito ai fatti accaduti il 21 agosto. A tal proposito non sono mancati momenti di tensione. Alle domande incalzanti degli ambientalisti, Matteocci in alcuni frangenti, ha anche alzato la voce. Contestato il fatto di aver eseguito l’ispezione – dopo i fatti del 21 agosto – soltanto una settimana dopo l’evento. «Abbiamo ritenuto – ha detto – che non si trattasse di una situazione di emergenza. Non è stato un incidente – ha ribadito – ma un’anomalia».

Berlinguer nelle sue conclusioni ha rimarcato l’importanza della convocazione del tavolo parlando di «segnale palese della volontà di colmare una lacuna, una distanza, com’è percepita dai cittadini. Proseguirò – ha concluso – su questa falsariga e m’impegno fin d’ora a convocarlo con una frequenza più ravvicinata, diciamo una volta ogni sei mesi almeno». Ha concluso: «Con l’Arpab stiamo mettendo in campo un nuovo sistema di comunicazione che utilizzi meglio il suo sito internet e non solo. Tutti i cittadini dovranno sapere, in tempo reale, cosa accade all’ambiente in cui vivono».

g.rosa@luedi.it

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