X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

 

POTENZA – Dissesto finanziario, impossibilità a procedere, stipendi da marzo in poi impossibili da pagare. L’intero comparto dei trasporti, dalle ferrovie al trasporto su gomma ha dichiarato lo stato di crisi. Crisi derivata dal fatto che la Regione Basilicata non paga. E non da oggi. Non paga quanto chiesto nei vari contratti di servizio dall’inizio 2013 fino ad oggi. Più o meno cento milioni di euro, una cifra astronomica. Ma il vero rischio è un altro: se non si troveranno soluzioni, che vuol dire quantomeno pagare parte del debito o stilare un piano di rateizzazione, il sistema dei trasporti in Basilicata chiuderà i battenti il 15 aprile.

La questione è stata affrontata ieri in una riunione congiunta dei piani alti del trasporto regionali. C’era l’Anav, l’organizzazione che in Basilicata tra gli associati ha Cotrab e Sita Sud, la divisione regionale di Trenitalia rappresentata da Luciano Iavarone, le Fal e l’Asstra, ovvero l’associazione trasporti. E in questi due casi a rappresentare le ferrovie Appulo Lucane e l’associazione c’era sempre lui, Matteo Colamussi, numero 1 delle Appulo Lucane, presidente del consiglio nel Comune di Rutigliano in quota Pdl e a quanto pare anche rappresentate dell’associazione trasporti. Insieme a loro c’erano anche le rappresentanze sindacali di Cigl, Cisl e Uil. La situazione, dicevamo, è ad un passo dal default economico su larga scala e il problema starebbe «nell’incertezza delle risorse disponibili e del costante ritardo nella corresponsione dei corrispettivi/investimenti inerenti i contratti di servizio e i programmi di investimenti». Detto in poche parole: la Regione, in barba ai contratti stipulati in primis con Trenitalia, non paga o lo fa con estremo ritardo. Ma in questo caso «non risultano allo stato pagati i corrispettivi relativi all’intero esercizio 2013 e quelli relativi ai trascorsi mesi del 2014 e che, pertanto, il sistema delle aziende di trasporto vanta nei confronti della Regione un credito pari a circa 100milioni di euro». Eppure il servizio viene erogato, nonostante ritardi e lamentele, tutto, stando al documento sindacale, a carico delle aziende che fanno ricorso agli anticipi dei costi di esercizio per pagare stipendi e fornitori. Tutto questo starebbe accadendo «da più di un anno». Dunque oltre al blocco previsto definitivamente per il 15 aprile potrebbero innescarsi una serie di problemi. Il primo è che non si potranno pagare gli stipendi ai dipendenti delle aziende su vari livelli a partire proprio dal mese di marzo e il secondo è ancora più pericoloso per le casse stesse della Regione. Perché un’altra delle intenzioni è quella di diffidare la Regione e finire in tribunale.

Il problema, però, è molto serio. Basta pensare soltanto agli associati dell’Anav (tra i tanti: Cotrab, Sita Sud, Chiruzzi, De Angelis Bus) andrebbero corrisposti 40milioni di euro. Trenitalia invece supera di gran lunga i 30milioni di euro. Ed è una questione di certo non nuova, visto che della questione debitoria si è già parlato a più riprese a partire dalla soppressione di due treni in direzione Salerno. Stando al contratto di servizio, che dovrebbe scadere a fine 2014, Trenitalia dovrebbe ricevere 27 milioni di euro all’anno, dei quali 20,5 a carico della Regione e il resto a carico dello Stato. Così è stato dal 2009 ma c’è da fare chiarezza su un aspetto. Forse è arrivato il momento di capire che affidare quasi completamente la gestione dei trasporti alle Regioni è stato un errore che in Basilicata potrebbe rivelarsi fatale.

v.panettieri@luedi.it

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE