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Il segretario regionale del Partito democratico segue il solco tracciato da Roberto Speranza e, fedele al deputato potentino della minoranza pd, non risponde alla missiva (inviata ai circoli) in cui il premier Renzi ha collegato l’approvazione dell’Italicum alla «dignità» stessa del partito. I segretari regionali hanno risposto quasi in massa, mentre quelli provinciali si sono rifiutati e nessuna lettera di risposta è stata redatta a loro nome. «Dignità è un concetto profondo ed è offensivo usarlo a fini di polemica interna», scrive Sinistradem in un documento – riportato oggi da Repubblica – in cui si invoca ancora la possibilità di una «mediazione». Il quotidiano romano parla di Cesare Damiano ed Enzo Amendola come possibili capigruppo alla Camera, lo scranno lasciato vuoto dal dimissionario Speranza. Oggi è previsto il primo voto segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità. «Ettore Rosato prevede che i dissidenti pronti a smarcarsi saranno “meno di cinque tra cui Civati, Fassina e D’Attorre”. Ma a sentire i deputati più integralisti della minoranza il vicecapogruppo vicario potrebbe aver sbagliato i conti per difetto», scrive Monica Guerzoni sul Corriere della Sera. E aggiunge che «dentro Area Riformista, la componente di Roberto Speranza, sono convinti che Renzi rinuncerà a porre la fiducia sulle pregiudiziali e che un sì a larga maggioranza nel primo passaggio di oggi convincerà il capo del governo ad abbassare il livello di guardia. O almeno, è questo che la minoranza si augura». 
A tre giorni dal taglio del nastro all’Expo di Milano (Corriere, Repubblica e Stampa propongono delle pagine speciali), sono però le vertenze del lavoro a raccontare l’altra Italia: da un lato Whirlpool avvia il confronto sulla chiusura dello stabilimento di Caserta, dall’altro si apre un fronte Auchan, con centinaia di esuberi. «Whirlpool e Auchan sono due facce della stessa medaglia – commenta Gianfranco Viesti sulla prima pagina del Mattino –: le difficoltà dell’Italia contemporanea sul fronte dell’offerta e della domanda, della produzione e del consumo. Che diventano ancora più gravi nel Mezzogiorno e in particolare in Campania (qui gli esuberi Auchan dovrebbero essere circa 300 – ndr). E che ci raccontano, purtroppo, che la grande crisi che stiamo vivendo è ben lungi dall’essere terminata». Secondo l’economista «le difficoltà dell’industria italiana sono state più forti nel Mezzogiorno, per un insieme di motivi: non ultimi le storiche, più difficili condizioni di contesto in cui operano le imprese al Sud, e il forte affievolirsi – fin quasi a scomparire – di qualsiasi politica pubblica di sostegno e di rilancio dell’industria meridionale». Di qui la proposta di individuare un ministro della Coesione sociale come nei governi Monti e Letta: attualmente la delega è nelle mani del presidente del Consiglio.

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