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di SARA LORUSSO
DA tempo – vale un po’ per tutto, ormai – nessuno chiede più all’oste se il vino è buono. Vale ancora di più, lo ripete Gianpiero Perri, direttore dell’Apt Basilicata, per il turismo. E la Basilicata turistica che mescola innovazione, web e cultura deve far questo: costruire idee, stimolare curiosità, puntare sulle cose belle, sostenere ciò che funziona. 
Poi la narrazione, sono gli stessi viaggiatori a produrla. Anzi no, i viaggiattori, diventati di recente viaggiautori, per dirla con Roberta Milano. Voce e ispiratrice di molte delle esperienze innovative del turismo nel Paese, innamorata della Basilicata, racconta da tempo come è cambiato il modo di fare e vivere turismo: le informazioni sono sempre più emozioni. E i territori si raccontano collegando storie. 
Di turismo e Basilicata (buone pratiche e cose da migliorare) a #Btwic13 si è discusso ieri a Matera, con l’approccio anche un po’ critico e costruttivo del migliorare i risultati. 
All’appuntamento, voluto dall’Apt, tanti i dati positivi, come quello diffuso da Joseph Fratangelo di Tripadvisor, secondo il quale la Basilicata, su quella piattaforma, è al primo posto per percezione di qualità dell’offerta. Non male i numeri in possesso della società: un milione di pagine viste sulla Basilicata nel mese di settembre, in genere periodo di calo di attenzione nella ricerca di mete. 
Tanti i suggerimenti, gli spunti, gli errori segnalati dagli esperti intervenuti e da quanti, con esperienze già attive (casa Natural, Women Fiction Festival o la web community di Matera 2019, per esempio) fanno del racconto del territorio una pratica quotidiana. 
L’analisi sui dati di Vincenzo Cosenza, i suggerimenti di Mirko Lalli, la lezione di Mafe de Baggis, il resoconto di esperimenti (riusciti) come quello di Invasioni Digitali, la cultura come scoperta con Sergio Cagol. E poi esperimenti locali di racconto di questa Basilicata, nate in modo spontaneo, proiettate all’esterno.
Il punto, dice Perri, è quel luogo comune ancora diffuso secondo cui la promozione turistica è di per sé il canale attraverso cui arrivano turisti. Vallo a spiegare a Corriere della Sera che ogni anno picchia duro sui dati della spesa pubblica per la promozione turistica della Basilicata. Vallo a spiegare che “nel settore, ogni regione ha i suoi contatori, non c’è un sistema unico”.
La comunicazione, allora, non determina la scelta di un viaggio, ma contribuisce a costruire uno scenario, un immaginario. Con un melting pot di canali, strumenti, proposte, spazi. “Perché non c’è separazione tra il racconto on line e quello offline. La rete – dice Perri – ci permette di essere spazio ospitante di interessi e stimola curiosità”. 
Racconta il caso del presepe artistico donato al Vaticano lo scorso dicembre: un’opera fisica, finita nelle fotografie e nei tweet dei fedeli di mezzo mondo, ripresa negli sfondi televisivi, poi diffusa con in like, di nuovo visitata fisicamente. E finisce che altre nazioni chiedano di ospitare l’opera made in Basilicata. 
Dentro e fuori i territori, online e offline. Come si fa? 
Questione di sistema, del fare sistema. “Sperimentare”, dice ancora Roberta Milano, che segnala tante accortezze su cui costruire quel famoso immaginario tra accoglienza e narrazione digitale. “È difficile trovare in giro un tweet negativo sulla Basilicata. L’isolamento strutturale paradossalmente ha creato quel senso di autenticità che piace tanto. E non significa ripiegarsi su un profilo negativo della regione”.
Un lavoro quotidiano fatto di analisi di quello che accade, di quello che si dice del territorio, delle sue storie. E poi “unire questi puntini”. 

Da tempo – vale un po’ per tutto, ormai – nessuno chiede più all’oste se il vino è buono. Vale ancora di più, lo ripete Gianpiero Perri, direttore dell’Apt Basilicata, per il turismo. E la Basilicata turistica che mescola innovazione, web e cultura deve far questo: costruire idee, stimolare curiosità, puntare sulle cose belle, sostenere ciò che funziona.

 

Poi la narrazione, sono gli stessi viaggiatori a produrla. Anzi no, i viaggiattori, diventati di recente viaggiautori, per dirla con Roberta Milano. Voce e ispiratrice di molte delle esperienze innovative del turismo nel Paese, innamorata della Basilicata, racconta da tempo come è cambiato il modo di fare e vivere turismo: le informazioni sono sempre più emozioni. E i territori si raccontano collegando storie. 

Di turismo e Basilicata (buone pratiche e cose da migliorare) si è discusso a Matera a #Btwic13, con l’approccio anche un po’ critico e costruttivo del migliorare i risultati. All’appuntamento, voluto dall’Apt, tanti i dati positivi, come quello diffuso da Joseph Fratangelo di Tripadvisor, secondo il quale la Basilicata, su quella piattaforma, è al primo posto per percezione di qualità dell’offerta. Non male i numeri in possesso della società: un milione di pagine viste sulla Basilicata nel mese di settembre, in genere periodo di calo di attenzione nella ricerca di mete. 

Il punto, dice Perri, è quel luogo comune ancora diffuso secondo cui la promozione turistica è di per sé il canale attraverso cui arrivano turisti. Vallo a spiegare a Corriere della Sera che ogni anno picchia duro sui dati della spesa pubblica per la promozione turistica della Basilicata. Vallo a spiegare che «nel settore, ogni regione ha i suoi contatori, non c’è un sistema unico».

La comunicazione, allora, non determina la scelta di un viaggio, ma contribuisce a costruire uno scenario, un immaginario. Con un melting pot di canali, strumenti, proposte, spazi. «Perché non c’è separazione tra il racconto on line e quello offline. La rete – dice Perri – ci permette di essere spazio ospitante di interessi e stimola curiosità». 

Racconta il caso del presepe artistico donato al Vaticano lo scorso dicembre: un’opera fisica, finita nelle fotografie e nei tweet dei fedeli di mezzo mondo, ripresa negli sfondi televisivi, poi diffusa con in like, di nuovo visitata fisicamente. E finisce che altre nazioni chiedano di ospitare l’opera made in Basilicata. Dentro e fuori i territori, online e offline. Come si fa? 

Questione di sistema, del fare sistema. «Sperimentare», dice ancora Roberta Milano, che segnala tante accortezze su cui costruire quel famoso immaginario tra accoglienza e narrazione digitale. «È difficile trovare in giro un tweet negativo sulla Basilicata. L’isolamento strutturale paradossalmente ha creato quel senso di autenticità che piace tanto. E non significa ripiegarsi su un profilo negativo della regione».
Un lavoro quotidiano fatto di analisi di quello che accade, di quello che si dice del territorio, delle sue storie. E poi «unire questi puntini». 

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