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CATANZARO – È tutto nell’allegato B del fascicolo principale. Intercettazioni, nomi e ruoli. E quello che ne viene fuori non sarebbe proprio uno spaccato gratificante della vita amministrativa comunale. Che quelle elezioni   del 2012 avrebbero rappresentato una vera e propria mannaia su Palazzo de Nobili, lo si era capito sin da subito. Sin da quando,  ad operazioni di scrutinio non ancora completate, il  sostituto procuratore, Gerardo Dominijanni,  dispose il sequestro delle schede elettorali in tutte le 90 sezioni. Inchiesta dopo inchiesta, si arrivò a quella dove si ipotizzano  firme false depositate per la presentazione della lista “Per Catanzaro”.  E l’ultima, in ordine di tempo, nasce proprio da uno stralcio del fascicolo madre. 
Una catena di complicità  a tutti i livelli. Anche a quelli più alti. Incarichi ad amici, multe annullate tout court,  appalti per lavori pubblici affidati  in una sorta di do ut des. Poi, su tutto,  quelle ore di straordinario da parte dei vigili urbani per assicurare che le auto lasciate in sosta durante la manifestazione del Pdl romana non venissero toccate da nessuno. 
Le intercettazioni che arricchiscono la nuova inchiesta dicono questo e parlano di un assessore che, secondo quanto annota la Digos,  avrebbe chiesto personalmente  di inviare i vigili urbani a “guardare” quelle auto  in sosta all’interno del parcheggio della funicolare di Catanzaro.  Soprattutto durante le ore notturne.  
E poi gli appalti, le lottizzazioni a Giovino, quelle in base alle quali si sarebbero dovute realizzare   le villette con tanto di nomi di pietre preziose. Un’area sulla quale discutevano due assessori e un consigliere  comunale. Dagli appalti agli incarichi, ancora parole e parole, intercettate puntualmente dai poliziotti della Digos.
 «Le intercettazioni e gli stralci dell’inchiesta che emergono in queste ore, relativi a una pesante indagine della Procura di Catanzaro, e che coinvolgono i vertici dell’amministrazione comunale del capoluogo di regione, evidenziano uno spaccato impressionante e degradante di degenerazione nella gestione della cosa pubblica. Una realtà avvilente e indegna». È quanto sostengono i gruppi di opposizione del centrosinistra catanzarese che chiedono le dimissioni degli amministratori coinvolti nel fascicolo aperto dalla Procura catanzarese. «Confidiamo – prosegue la nota – che tutti i soggetti coinvolti nella vicenda possano provare la loro estraneità ai fatti e il non aver commesso reati ma già le prime indiscrezioni, che sembrerebbero delineare un quadro di clientelismo e illegalità, sembrano essere un punto di non ritorno. Solleviamo enormi dubbi sull’opportunità politica che tali esponenti del centrodestra catanzarese possano continuare a ricoprire il loro ruolo in seno alla città di Catanzaro. Pertanto chiediamo che i soggetti coinvolti a vario titolo, per opportunità politica, lascino immediatamente gli incarichi che ricoprono. Una lunga mano sulla gestione pubblica del capoluogo   che   evidenzia – conclude la nota –  quanto di spessore è stata la battaglia elettorale del centrosinistra alle ultime Comunali per affermare il principio di legalità».

CATANZARO – È tutto nell’allegato B del fascicolo principale. Intercettazioni, nomi e ruoli. E quello che ne viene fuori non sarebbe proprio uno spaccato gratificante della vita amministrativa comunale. Che quelle elezioni   del 2012 avrebbero rappresentato una vera e propria mannaia su Palazzo de Nobili, lo si era capito sin da subito. Sin da quando,  ad operazioni di scrutinio non ancora completate, il  sostituto procuratore, Gerardo Dominijanni,  dispose il sequestro delle schede elettorali in tutte le 90 sezioni. Inchiesta dopo inchiesta, si arrivò a quella dove si ipotizzano  firme false depositate per la presentazione della lista “Per Catanzaro”.  E l’ultima, in ordine di tempo, nasce proprio da uno stralcio del fascicolo madre. 

Una catena di complicità  a tutti i livelli. Anche a quelli più alti. Incarichi ad amici, multe annullate tout court,  appalti per lavori pubblici affidati  in una sorta di do ut des. Poi, su tutto,  quelle ore di straordinario da parte dei vigili urbani per assicurare che le auto lasciate in sosta durante la manifestazione del Pdl romana non venissero toccate da nessuno. Le intercettazioni che arricchiscono la nuova inchiesta dicono questo e parlano di un assessore che, secondo quanto annota la Digos,  avrebbe chiesto personalmente  di inviare i vigili urbani a “guardare” quelle auto  in sosta all’interno del parcheggio della funicolare di Catanzaro.  Soprattutto durante le ore notturne.  E poi gli appalti, le lottizzazioni a Giovino, quelle in base alle quali si sarebbero dovute realizzare   le villette con tanto di nomi di pietre preziose. Un’area sulla quale discutevano due assessori e un consigliere  comunale. 

Dagli appalti agli incarichi, ancora parole e parole, intercettate puntualmente dai poliziotti della Digos. «Le intercettazioni e gli stralci dell’inchiesta che emergono in queste ore, relativi a una pesante indagine della Procura di Catanzaro, e che coinvolgono i vertici dell’amministrazione comunale del capoluogo di regione, evidenziano uno spaccato impressionante e degradante di degenerazione nella gestione della cosa pubblica. Una realtà avvilente e indegna». 

È quanto sostengono i gruppi di opposizione del centrosinistra catanzarese che chiedono le dimissioni degli amministratori coinvolti nel fascicolo aperto dalla Procura catanzarese. «Confidiamo – prosegue la nota – che tutti i soggetti coinvolti nella vicenda possano provare la loro estraneità ai fatti e il non aver commesso reati ma già le prime indiscrezioni, che sembrerebbero delineare un quadro di clientelismo e illegalità, sembrano essere un punto di non ritorno. Solleviamo enormi dubbi sull’opportunità politica che tali esponenti del centrodestra catanzarese possano continuare a ricoprire il loro ruolo in seno alla città di Catanzaro. Pertanto chiediamo che i soggetti coinvolti a vario titolo, per opportunità politica, lascino immediatamente gli incarichi che ricoprono. Una lunga mano sulla gestione pubblica del capoluogo   che   evidenzia – conclude la nota –  quanto di spessore è stata la battaglia elettorale del centrosinistra alle ultime Comunali per affermare il principio di legalità».

 

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