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ROMA – Una sanità “in movimento” verso il miglioramento della qualità, con un occhio sempre più attento ai costi ma anche contrassegnata da un dato positivo: le pratiche di ‘buona sanita” sono in rimonta al Sud. E’ questa l’istantanea che emerge dalla seconda raccolta di esperienze aziendali del “Libro Bianco della Buonasanita”, che raccoglie 75 esperienze selezionate dal Comitato scientifico dell’Osservatorio FIASO (la Federazione di Asl e Ospedali) sulle buone pratiche sanitarie.

Nel Libro bianco, in collaborazione con l’Agenzia ANSA, la maggior parte delle esperienze selezionate ha riguardato l’integrazione socio-sanitaria e la presa in carico delle malattie croniche con un’attenzione sempre maggiore all’assistenza a domicilio (27%), mentre al secondo posto ci sono le modalità organizzative, gestionali, formative e valutative che connotano la politiche del personale (25%). Seguono le buone pratiche tese a migliorare le strategie e gli strumenti correlati alle performance clinico-assistenziali e gestionali (24%), il rapporto medico-paziente (19% delle esperienze), i mutamenti nel ruolo e nelle funzioni dell’operatore infermieristico nei servizi ospedalieri e territoriali (5%). In tutto sono state coinvolte 37 Aziende, circa il 23% in più rispetto al 2011.

“Il Libro bianco della Buonasanità – sottolinea il Presidente FIASO, Valerio Fabio Alberti – è il contributo che come Aziende offriamo in tempi di crisi al Paese, per dimostrare con i fatti che è ancora possibile coniugare buona qualità dei servizi e sostenibilità economica”. La raccolta, sottolinea inoltre Giampiero Maruggi, vice presidente FIASO e coordinatore dell’Osservatorio, “dimostra che è possibile fare buonasanità anche al Sud, perchè la discriminante non è geografica ma gestionale”. Quanto alla ‘classifica geograficà delle buone pratiche, la parte del leone la fa ancora l’Emilia Romagna, con 25 esempi, seguita dalle Marche, con 12, ma nel complesso si assiste ad una rimonta del Sud, dove si collocano il 18,7% delle esperienze ‘modellò, due anni fa localizzate quasi esclusivamente al Nord (anche se nelle regioni settentrionali sono state selezionate il 56% delle esperienze e nel Centro poco più del 25%). Nell’Italia meridionale, la Basilicata, con 4 best practice, è seconda solo alla Sicilia (5 esperienze).(ANSA) 

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