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ROMA – «È stata un’emozione grandissima. Ancora stento a credere che sia accaduto proprio a me». Ha la voce rotta dall’emozione e il cuore ebbro di gioia Antonio Selvaggi, 39 enne di Ferrandina, tra la folla di fedeli in piazza, ieri, a Roma. Da quel commosso abbraccio con papa Francesco a San Giovanni in Laterano non sono trascorsi che pochi minuti. E si meraviglia, lui costretto a vivere al buio da quando era poco più che adoloscente, che quell’abbraccio sia stato visto in diretta in tutte le case. Anche in quelle della sua Ferrandina, lasciata per gli studi universitari a Roma, ma dove fa ritorno spessissimo per ritrovare mamma, sorella, fratello e nipoti. Ma come un gesto così ricco di umanità, l’ennesimo del nuovo vescovo di Roma, poteva sfuggire alle migliaia di telecamere presenti? Come non poteva sfuggire a me quell’abbraccio, compagna di studi e di giochi di Antonio. Quante ne abbiamo combinate insieme, in tre anni tra gli stessi banchi alle Medie, che ora per una singolare coincidenza portano il nome di un altro papa: quello del beato Wojtyla. 
«Quando ho percepito dal vociare della folla che il papa stava passando davanti a me – racconta Antonio – gli ho gridato con tutto il fiato che avevo di pregare per le famiglie. Una signora che mi era accanto mi ha riferito di averlo visto girarsi verso di me, ma mai avrei lontanamente immaginato che di lì a poco il santo padre avrebbe fatto fermare la papamobile e chiesto di farmi avvicinare. È successo tutto in maniera così rapida e inattesa che neanche riesco a ricordarmi cosa io gli abbia detto. Cosa mi ha detto papa Francesco, invece, lo tengo ben impresso nella testa e nel cuore. “Prega per me”, mi ha detto. E sicuramente lo farò. Un papa cosí attento e sensibile alla diversitá è un dono prezioso e va tenuto stretto come un tesoro!”. Una domenica davvero straordinaria per Antonio che ha sempre vissuto con disarmante normalità la sua disabilità. 
E con la stessa normalità con cui ha conseguito la laurea, a dispetto di tuti gli scettici sicuri che “in quelle condizioni” ce l’avrebbe mai fatta, ieri, è arrivato da solo a San Giovanni in Laterano. E ancora una volta la sua fatica non è stata vana. Tra migliaia di braccia protese il papa ha scorto il suo bastone bianco e non ha potuto fare a meno di volerlo stringere a sè come un padre fa con un figlio.

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