X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

MATERA – Indigenti, precari, disoccupati, anziani, esodati, indebitati da giochi d’azzardo, persone con situazioni famigliari difficili: sono i «nuovi poveri« indicati nell’indagine che la Caritas di Basilicata ha compiuto nel 2014 su un campione di 700 soggetti nelle sei Diocesi regionali.
Il lavoro, intitolato «Cinque pani e due pesci, dossier regionale sulle povertà», è stato presentato a Matera, dal delegato regionale della Caritas, Giuseppe Grieco, e da Rocco Di Santo, che ne ha curato gli aspetti sociologici. «La vulnerabilità alla povertà – ha detto Grieco – non dipende solo da una mancanza di introiti economici che rendono la persona indigente, ma considera tutti quei fattori come la rete familiare, amicale, di comunità, la rete delle istituzioni locali, la condizione di salute personale e degli altri membri della famiglia. Al centro di questo lavoro, disponibile sul sito web della Caritas, non vi sono solo dati numerici e storie di vita ma è la persona in quanto soggetto costantemente vulnerabile di fronte ai rischi che la società liquida odierna ci comporta. Il problema può essere affrontato con un proficuo lavoro di rete tra enti e i diversi soggetti del territorio, che possono contribuire ad affrontare le cause del disagio».
Nei casi trattati il 44 per cento ha dichiarato di essere cittadino italiano, il 33 per cento di origine straniera mentre il 23 per cento non ha fornito questo dato perché non specificato o non richiesto nella scheda di inserimento dati. La comunità straniera più rappresentata è quella romena (41,8 per cento), seguita da quella marocchina (18,3 per cento) e da quella ucraina (4,8 per cento). Il 48,1 per cento di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono disoccupati con età compresa tra i 35 e 54 anni. Seguono le casalinghe (11,9%), mentre gli inoccupati sono il 3 per cento circa. I curatori del lavoro hanno messo in evidenza il 9,2% di poveri che hanno un’occupazione (fissa o precaria) che si aggiunge al 5,7 per cento di pensionati. Il lavoro ha stimato nel 15 per cento la percentuale di poveri che ha un reddito (anche non dichiarato) inferiore ai propri bisogni. Le casalinghe sono l’espressione della povertà in famiglie monoreddito o in cui entrambi i coniugi (o figli in età lavorativa) non hanno nessuna occupazione.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE