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TRICARICO – E’ stato davvero un graditissimo regalo di Natale, quello che la Diocesi di Tricarico ha voluto fare alla comunità, restutuendo al culto la sua bellissima cattedrale.

Sabato scorso, infatti, il vescovo monsignor Vincenzo Orofino ha riaperto la cattedrale, presiedendo il rito di Dedicazione del nuovo altare, ideato e progettato dal direttore dell’Ufficio tecnico diocesano, Nicola Ferri.

Alla Solenne celebrazione hanno presenziato tutti i sacerdoti della Diocesi e i fedeli di tutte le parrocchie, autorità politiche, il direttore regionale e il Soprintendente per i Beni architettonici della Basilicata, i sindaci e i rappresentanti delle varie istituzioni presenti nel territorio diocesano.

Domenica si è svolto il convegno di studio teologico-liturgico-storico sulla cattedrale, durante il quale sono stati presentati i lavori già realizzati e quelli ancora necessari per ridare al sacro tempio tutto il suo antico splendore.

I lavori hanno interessato la copertura, tutto l’esterno, il consolidamento del solaio, dei cornicioni e dei pilastri portanti con interventi altamente innovativi, la pitturazione di tutte le parti piane. E’ stato installato un nuovo altare, l’antico pulpito finemente restaurato, il nuovo confessionale e i banchi.

«Resta ancora molto da fare -si legge in una nota della Curia- per restituire alla cattedrale tutta la sua bellezza, soprattutto la rimodulazione del presbiterio e la ripresa della parte decorativa. Mentre eleviamo la nostra lode e il nostro ringraziamento al Signore, non possiamo non ricordare quanti hanno reso possibile tutto ciò.

Grazie di cuore al nostro amatissimo vescovo Vincenzo, che ha profuso le sue migliori energie, per reperire e mettere insieme le risorse necessarie, coinvolgendo la Regione, la Direzione regionale del Mibac, le Soprintendenze, la Conferenza Episcopale Italiana, la ex Comunità montana Medio-Basento e, utilizzando le risorse proprie della diocesi. L’Ufficio tecnico diocesano, interagendo  con gli altri uffici, ha permesso, in tempi brevi, la riapertura di questa antica Cattedrale».

“La principale manifestazione della Chiesa, si ha nella partecipazione piena ed attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima Eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il Vescovo circondato dal suo presbiterio e dai ministri” (Sacrosanctum Concilium, 41). Infatti, nella chiesa cattedrale si attua quella visibilità di testimonianza che rende concreta la comunione tra i presbiteri con il proprio vescovo e dei presbiteri con la porzione di popolo che è stato loro affidato. La nostra gratitudine è visibilmente espressa ai progettisti e direttori dei Lavori, cito in primis l’architetto Biagio La Fratta e l’ingegner Nicola Ferri e i loro collaboratori, alle ditte che hanno curato il restauro, al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Basilicata».

Un grazie di cuore è espresso dalla Curia al parroco, don Giovanni Trolio, «per la dedizione profusa,  alle famiglie e ai fedeli che hanno finanziato l’acquisto dei banchi, ai volontari e alle volontarie per le pulizie e per il servizio d’ordine. In questa particolare circostanza, poi, monsignor Orofino ha voluto fermamente, a cinquant’anni dalla promulgazione della Sacrosanctum Concilium, provvedere alla erezione del nuovo altare, figura di Cristo, ara-sacerdote-vittima del proprio sacrificio, mensa intorno alla quale si radunano i figli della Chiesa, per render grazie a Dio e cibarsi del Corpo e Sangue di Cristo” (Ordo dedicationis Ecclesiae et Altaris – Odea – IV/ 4, 1997), ideato e progettato dal Direttore dell’Ufficio Tecnico Diocesano, l’ing. Nicola Ferri. Sotto questo nuovo altare verrà deposta una reliquia di San Potito martire, patrono della diocesi e della Città di Tricarico,  perché ci sia costantemente di conforto e di guida nel nostro pellegrinaggio terreno fino a giungere a quello eterno del cielo. La dedicazione del nuovo altare, felice coincidenza, accade nello stesso giorno e mese in cui 234 anni fa monsignor Del Plato dedicò la chiesa Cattedrale e l’altare maggiore».

“La bellezza – citando Benedetto XVI- è la grande necessità dell’uomo; è la radice dalla quale sorgono il tronco della nostra pace e i frutti della nostra speranza. La bellezza è anche rivelatrice di Dio perché, come lui, l’opera bella è pura gratuità, invita alla libertà e strappa dall’egoismo” (Benedetto XVI, Omelia del 7 novembre 2010). La Beata Vergine Maria, venerata con il titolo di Assunta in cielo, che ha portato in grembo il Re dell’universo (…), che ci guidi e ci protegga”.

a.corrado@luedi.it

 

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