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MILANO – «Denise, la figlia di Lea Garofalo, ha voluto che il funerale di sua madre si tenesse a Milano»: con queste parole il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha confermato che i funerali civili di Lea Garofalo, la testimone di giustizia calabrese che venne uccisa il 24 novembre del 2009 a Milano e il cui corpo venne poi bruciato, si svolgeranno sabato nel capoluogo lombardo. «Per motivi di sicurezza» però ancora non sono stati confermati luogo e ora, anche se dovrebbero svolgersi in piazza Beccaria alle 10.30. «Lo celebreremo in una piazza della città – si è limitato a dire il sindaco – per testimoniare la vicinanza dei milanesi e di tutti coloro che, da ogni parte d’Italia combattono le mafie e la criminalità organizzata. Il giorno dei funerali sarà un momento di riflessione che coinvolgerà tutta la città. Lea Garofalo non era nata a Milano – ha aggiunto ancora Pisapia – ma in questa città era arrivata piena di speranze, qui ha avuto il coraggio di ribellarsi all’ndrangheta diventando testimone di giustizia. Un coraggio che ha pagato con la vita». 

La giornata di sabato sarà anche una giornata di eventi, organizzati con l’associazione Libera, in ricordo di Lea, con l’intitolazione alla donna del giardino di via Montello (un luogo che «è stato per troppo tempo in mano alla mafia e che ora è stato sgomberato»), l’organizzazione di una festa cittadina, performance teatrali che ne ripercorreranno la vicenda, pannelli informativi, oltre alla dedica del secondo festival dei Beni Confiscati che si svolgerà a Milano dall’8 al 10 novembre. «Milano è in prima fila nella lotta contro le mafie e lo testimoniano anche le motivazioni con cui il Comune è stato ammesso come parte civile nel processo contro gli assassini di Lea – ha concluso Pisapia – Il Tribunale ha riconosciuto come il Comune abbia concretamente dimostrato di essere intervenuto con la propria attività amministrativa nel contrasto alle culture mafiose». 

Insieme al sindaco, in conferenza stampa, c’era anche don Luigi Ciotti che ha mostrato la bandiera (gialla, con il volto di Lea e la scritta ‘Vedo, sento, parlo’) che sarà distribuita in tremila esemplari durante i funerali, insieme «a un piccolo dono voluto dalla figlia, Denise, che ha pensato a un segnalibro su cui sarà scritto ‘In ricordo di Lea, la mia giovane mamma, uccisa per il suo coraggio’». Un oggetto che, secondo don Ciotti «è un segno positivo dell’importanza della cultura come forma di contrasto della cultura criminale e mafiosa». Quindi ha concluso ricordando come «tutti abbiamo un debito con chi è stato assassinato o è rimasto solo, l’importante allora è esserci sabato in piazza».
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