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REGGIO CALABRIA – Sono riprese stamane le audizioni della Commissione parlamentare antimafia che ha avviato ieri a Reggio Calabria la sua attività d’indagine. Il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, ha preceduto l’incontro con i commissari straordinari del Comune di Reggio Calabriam Gaetano Chiusolo, Giuseppe Castaldo e Carmelo La Paglia, e quelli con il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi e del presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea.

UNA LEGGE SPECIALE PER LA CALABRIA. A conclusione della seduta il presidente della Commissione, Rosy Bindi, ha ribadito di tornare a Roma «con la consapevolezza che qui occorre un intervento speciale. Oserei invocare una legge speciale per la città di Reggio e per l’intera Calabria. Questa città e questa regione – ha aggiunto Bindi – meritano particolare attenzione, ci dispiace che il presidente della regione abbia fatto un comunicato che o è volto a sminuire il lavoro che abbiamo svolto come commissione, e non intendiamo accettare la sua osservazione, o intende dimostrare a tutti che egli ignora i problemi della sua terra. Siamo venuti qui a guardare in faccia un male, e come ci hanno insegnato Falcone e Borsellino, fin quando non si ha coraggio di guardare in faccia il male della propria terra non lo si può combattere. Guardare in faccia questa realtà non significa parlare male della Calabria. La ‘ndrangheta, che è l’organizzazione criminale più pericolosa del Paese, inquina ormai lo sviluppo e la crescita sociale ed economica, incrementando la corruzione e quindi l’illegalità», per questo, dunque, serve «una legge speciale per consentire allo Stato e alle sue articolazioni di definire meglio il loro volto migliore in difesa dei diritti dei cittadini altrimenti la battaglia sarà lunga e difficile. Da parte nostra comunque chiederemo con forza a Governo e Parlamento di intervenire in maniera significativa per tutelare un’area tra le più sofferenti del Paese».

LA LEGGE SUGLI SCIOGLIMENTI

Anche sugli scioglimenti dei consigli comunali il parere della Presidente Bindi è senza dubbi: «Metteremo mano a questa legge – ha annunciato – riteniamo che la legislazione fino ad oggi abbia dato buona prova di sé ma in seguito ai cambiamenti intervenuti nelle norme sugli enti locali oggi siamo convinti che sia necessario intervenire con delle modifiche».

Secondo Rosy Bindi bisognerebbe rivedere il ruolo dei Commissari; «ringrazio tutti i commissari che hanno fatto un ottimo lavoro in questi anni però non in tutti i casi abbiamo quella presenza e quella competenza necessarie a mandare avanti gli Enti locali. Chi va a sostituire un Sindaco – ha puntualizzato – deve avere le caratteristiche per fare l’amministratore. Sarebbe necessario un albo di persone che fanno questo lavoro, con maggiori poteri rispetto a quelli attuali e con una legislazione differente rispetto a tutti gli altri enti locali. Io penso che sia necessario qualche strumento in più ai Comuni che si trovano in questa situazione ed il caso di Reggio lo dimostra».

L’ALLARME LANCIATO DA LUMIA.

E da Reggio è il senatore Giuseppe Lumia, membro della commissione parlamentare antimafia, ex presidente dello stesso organismo, a lanciare l’allarme: «Dovremmo mandare almeno 50 magistrati in Calabria, dovremmo dotarli di apparati straordinari, insomma una dichiarazione di guerra nei confronti della ‘ndrangheta, se considerata la prima minaccia, la più forte com’è in Europa e al mondo, lo Stato non può venire a combattere la guerra con le tabelle classiche che si utilizzano per disporre delle forze dell’ordine e della magistratura, un pò migliorate, rispetto alle altre parti d’Italia».

Secondo il senatore, infatti, «dopo tanti anni di attività che svolgo in commissione antimafia ho notato che il livello qualitativo si è innalzato di molto. C’è un’attività della procura che in questi anni ha fatto un salto di qualità, e lo stesso nelle forze dell’ordine, ma noto una sproporzione della quantità a favore della ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta – ha proseguito Lumia – si è evoluta, è riuscita dopo l’omicidio Fortugno a farsi impresa e politica, non è più una ‘ndrangheta che si limita a colludere con l’imprenditore e con i politici, ma si fa politica direttamente, si fa direttamente impresa, e di fronte a questo salto di qualità locale e mondiale c’è una sproporzione del tutto a favore delle locali di ‘ndrina che mettono lo Stato in condizioni solo di fare l’antimafia del giorno dopo, non siamo in condizioni di spostarci sull’antimafia del giorno prima».

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