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CATANZARO – La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, la condanna all’ergastolo inflitta a Domenico Cutrì, l’uomo, di origini calabresi ma residente a Legnano, evaso a Gallarate (Varese) nell’assalto in cui morì il fratello Antonino che insieme ad altri familiari aveva organizzato l’evasione del fratello Domenico (LEGGI LA NOTIZIA DELL’EVASIONE)

 
 
L’annullamento riguarda la parte della sentenza relativa al movente per il quale Cutrì fu condannato al carcere a vita. Lo hanno reso noto i difensori di Cutrì, gli avvocati Armando e Clara Veneto. Cutrì, comunque, resta in carcere (LEGGI LA NOTIZIA DELLA SUA CATTURA).
In particolare, Cutrì era stato condannato all’ergastolo in II grado per aver fatto uccidere, secondo l’accusa, il suo “rivale” in amore. Nello specifico, Cutrì è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino nel dicembre 2012 come presunto mandante dell’omicidio di Lukasz Kobrzeniecki, 22enne magazziniere polacco ucciso a Trecate (Novara) la notte tra il 15 e il 16 giugno 2006. Sarebbe stata la gelosia a spingere Cutrì ad architettare il delitto: la “colpa” del giovane polacco infatti sarebbe stata quella di aver riservato qualche apprezzamento di troppo alla “sua donna”. Con Cutrì, i giudici condannarono anche il gestore di un bar di Trecate a tre anni di reclusione per favoreggiamento. L’esecutore materiale dell’agguato invece, Manuel Martelli, 32enne di Trecate, processato con rito abbreviato (che gli garantì lo sconto fino ad un terzo della pena) è stato condannato a 16 anni e 4 mesi.  
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