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E’ la forza del pallone che fa venir fuori il vero sentire di una regione profondamente diversa seppur molto piccola.
La battuta, non proprio brillantissima, concessa via facebook da Alessandro Galella è solo lo spunto di una questione che risale molto indietro nel tempo e che forse nello sport risulta solo più evidente che in altri ambiti. La Basilicata viaggia con una doppia velocità, sottolineata ad ogni piè sospinto e di cui tutti si rendono conto.
Anche se spesso si preferisce ignorarla. Potenza e Matera non riescono spesso a trovare un denominatore comune.
L’idea, il dubbio, l’impressione che finisce in questo senso per prendere sempre più piede è che le parole di Galella non siano solo il grido di “un ultras” ma molto più profondamente un “modello culturale”.
Una convinzione che ciò che serve a Matera non serve a Potenza e viceversa. Del resto, al di là delle dichiarazioni ufficiali e istituzionali, una battaglia convinta di Potenza per Matera 2019 non si registra. Non esiste un movimento popolare che va in questa direzione anzi qualche no a quell’idea e a quell’iniziativa c’è stato soprattutto in passato. A chiare lettere, non proprio sottovoce. Del resto un processo complicato che già nella città di Matera incontra qualche resistenza non può naturalmente ottenere un consenso diverso, più ampio. A Potenza. Anche perchè non esiste un sentire comune. L’idea plastica di questa regione, lo ripropongo a distanza di tempo, è quella che qualche anno fa proponeva momenti diversi di lutto e di festa nella stesso giorno, il 2 luglio. Sentimenti opposti e che non possibile modificare o accomunare in un sol colpo.
In quel caso non una scelta ma piuttosto una spiacevole coincidenza ma l’impressione concreta che a Potenza e Matera ci fossero due modi di sentire diversi. Allora come oggi.
Senza capire che Potenza senza Matera e Matera senza Potenza sono realtà che non possono stare. Almeno non in un contesto comune chiamato Basilicata. Anche se poi rinunciare a qualcosa è sempre difficile se bisogna farlo per Matera diventa impossibile (basti ricordare l’inutile quanto dura battaglia sulla Provincia unica che divise fino all’inverosimile una parte dall’altra).
Ma questo non è sentire, è raziocinio. Non si tratta di istinto ma di ragione e in questi casi la ragione non sembra avere assolutamente casa. Altrimenti quelle parole di Galella su facebook non ci sarebbero state. Dettate da molte cose ma certo non da un ragionamento. Un istinto, un sentimento che distingue, che allontana, che propone una distanza evidente tra Matera e Potenza.
Una diversa scala di priorità, un diverso modo di vivere, di essere, di sentire che proviamo ogni volta a negare ma che ritorna indietro. Forse perchè dal calcio, dai suoi tifosi più accaniti arriva davvero quello che è il sentire più forte, generale. Non per forza il migliore ma di certo il più vicino alla realtà ed alla media della popolazione. Non che a parti invertite, probabilmente, sarebbe stato molto diverso. Ma è proprio questo che conferma un fatto: due rette parallele non potranno mai incontrarsi. Proprio come Potenza e Matera.

p.quarto@luedi.it

 

 

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