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QUANTE commissioni, per quante volte a settimana, su quali argomenti, con quali presenze, quanti consigli, con quali ordini del giorno. E poi ancora chi c’era e chi no, chi è entrato o è andato via, quante postazioni, quali emolumenti.

Anche a Potenza la Guardia di Finanza ha messo mano all’attività del consiglio comunale, per capire quanto equilibrato sia il rapporto tra attività e risultati. Si discute, si dibatte, ma i gettoni di presenza garantiti al ruolo istituzionale sono ottenuti senza esagerare?

Giovedì le Fiamme Gialle hanno raggiunto il Palazzo del Consiglio e Palazzo di Città di piazza Matteotti e hanno chiesto fogli presenze e verbali di sedute di consiglio e di commissione del 2014.
Più volte le modalità dell’attività consiliare è stata al centro della polemica cittadina. Non tanto per il gettone assegnato ai consiglieri (quello destinato agli amministratori di Potenza è tra i più bassi d’Italia). Senza contare che lo sforamento del patto di stabilità ha prodotto un ulteriore abbattimento dell’emolumento per consiglieri e assessori, sindaco compreso. A finire al centro del botta e risposta politico, invece, è stata la quantità di sedute e l’efficacia della programmazione dei lavori: a cosa portano le convocazioni sui singoli temi?

Già un paio di anni fa una simile polemica animò lo scontro politico a Palazzo di Città. Nonostante l’approvazione all’unanimità in consiglio di un regolamento che diminuiva il costo degli amministratori per le casse pubbliche (sia nella dotazione finanziaria dei gruppi, sia dei singoli consiglieri), la spesa aumentò. Colpa della competizione elettorale, con coalizioni fatte da tante liste. Finì con l’elezione di una decina di monogruppi, più un paio di gruppi numerosi. E per garantire a ogni partito la rappresentanza in tutti gli organismi di discussione, si dovette aumentare a 18 il numero dei componenti di ogni commissione. Anche questa volta l’esito elettorale ha confermato molti gruppi, nonostante la norma abbia ridotto da 40 a 32 il numero dei consiglieri comunali del capoluogo.

Ora la Finanza vuole controllare che abbiano dato vita a un modello di lavori consiliari che non gravi troppo sulla spesa pubblica.

sa.lo.

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