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CARO prof Emmanuele Curti
ieri sera ho partecipato al dibattito organizzato a Potenza che ha raccolto 4 dei 6 candidati sindaci. Il tema ovviamente era centrato sul ruolo che Matera2019 CEC può svolgere in favore dell’intero territorio lucano. Il dibattito è scivolato su quelle che sono state le motivazioni che hanno portato alla designazione della nostra città. Con il sindaco uscente lo scrivente ha condiviso l’opinione che la squadra che ha lavorato al dossier (pur continuando lo scrivente a non sottacere le lacune storico-culturali che pur contiene quel documento!) ha avuto gran parte del merito per il conseguimento di questo prestigioso traguardo. Primo fra tutti: la natura visionaria e vibrante del programma proposto (lo si deve essenzialmente al “bistrattato” direttore artistico!), il fatto che una proposta partita dal basso sia poi diventato obiettivo strategico della pianificazione comunale e regionale ed il ricorso sapiente alle Tecnologie digitali (ICT). Al contrario le nostre posizioni si sono drammaticamente divaricate su come interpretare le raccomandazioni fatte dalla stessa Commissione a valle della designazione di Matera a CEC. Lo scrivente si è premurato di sottolineare che fra le raccomandazioni fatte dalla Commissione giudicatrice vi è quella: di non inserire personaggi politici nei ruoli di spicco e dirigenziali della fondazione, di selezionare con bandi pubblici il personale chiamato a preparare l’evento sulla base esclusiva del merito e della competenza, di inserire nel partenariato figure non solo pubbliche ma anche private, di porre rimedio alla carenza nel programma di iniziative che promuovano l’incontro delle diverse culture che attraversano il nostro continente ecc… La risposta del sindaco uscente è stata a questo punto a dir poco sconcertante. Testuali parole: (se ci sono reperti audio-video del dibattito, confermeranno quanto sto riportando!) “ La fondazione è prima di tutto uno strumento politico!”. Questo per giustificare l’infausta intenzione di chiamare figure politico-istituzionali a gestire direttamente le faccende di cui si occuperà la fondazione contravvenendo così alle esigenti raccomandazioni fatte dalla Commissione Europea. Ha giustificato poi questa inedita dominante valenza politica della fondazione sparando a zero contro la tecnocratica Comunità Europea. Perché ti chiederai ora mi rivolgo a te ? Mi rivolgo a te perché hai coraggiosamente ribadito (mettendoci la faccia con apprezzata onestà intellettuale) in questi ultimi mesi che uno dei motivi del successo conseguito da Matera e dal suo dossier è stato quello che le amministrazioni politiche coinvolte, non hanno avuto alcuna ingerenza nei lavori del comitato. Pare, stando alle parole del sindaco uscente, che non sarà più così per quanto riguarda le attività preparatorie che la fondazione svilupperà in vista di Matera2019. Pare che la politica vorrà invece entrare pesantemente nel merito di esse. Se così fosse comprendi che Matera2019 rischia di abbassare il suo suggestivo orizzonte internazionale, multi-culturale e visionario al (basso) livello di quell’antropologia feudo-clientelare di cui siamo preda e che ci impedisce da sempre di far decollare la nostra terra. Comprendi che se così fosse il problema di “saldare le anime che ci si possano riconoscere (nel dossier)” come tu privatamente mi hai confidato, rischierebbe di diventare irrisolvibile.
Un abbraccio

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