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Quello che spetta al piccolo Daniele è un destino di «eutanasia passiva». Sono le parole usate da Anna Tortorelli, la madre di Daniele, il bambino di sette anni, di Matera, affetto dalla malattia di Niemann-Pick e che fino a ieri era in cura con infusioni di cellule staminali adulte negli «Spedali Civili» di Brescia.

La donna ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.

Nel tetso sottolinea che Daniele è l’«unico al mondo ad arrivare a questa età», ha parlato di «interruzione volontaria» dei medici nelle cure al figlio e, con un tono
molto amareggiato, ha detto «grazie» a Lorenzin, Renzi e Maroni per essere stati «buttati fuori» dall’ospedale bresciano dove «per due anni i medici hanno egregiamente fatto le infusioni a Daniele, portandogli solo benefici e conquiste di migliorie certificate». 

Anna Tortorelli, infine, ha parlato di «peggioramento ulteriore» delle condizioni di salute del figlio.

«A nulla è valso – ha aggiunto – avere in mano un provvedimento del giudice di Matera che intima agli Spedali Civili l’immediata prosecuzione del trattamento con cellule staminali secondo la metodica Stamina per Daniele, avendo ottenuto con la sospensione della terapia un drastico peggioramento clinico. Non contattatemi – ha concluso Anna Tortorelli rivolgendo a Renzi, Lorenzin e Maroni – se non per portare Daniele a continua la sopravvivenza con le infusioni». 

 

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