X
<
>

Condividi:
6 minuti per la lettura

Macchia Romana e Rione Lucania. Due quartieri periferia, almeno una volta. Entrambi, però, hanno saputo rinascere. E questo è l’aspetto bello che li accomuna. Macchia Romana adesso è il quartiere delle nuove costruzioni. Nuove famiglie, nuove giovani coppie. Un’espansione urbanistica così accellerata che può creare qualche difficoltà nel tessuto sociale. E a questo ci pensa Don Aldo, parroco da poco più di un anno, che celebra messa in strada e raccoglie fondi con le tombolate per permettere di far ripartire i lavori di completamento della chiesa. Chianchietta oggi, invece, è il quartiere dei contenuti. Il Comitato che non si arresta mai, l’accoglienza dei profughi residenti asilo politico, i tornei di calcetto, le feste. Quelle semplici.  Per avvicinare la città e andare oltre. Raggiungere le periferie. Perchè serve dialogare per fare comunità.

Anna Martino

DON ALDO, DAL BRASILE PER RICOSTRUIRE LA CHIESA

Ventiquattro anni in Brasile non si dimenticano facilmente. «Ho occupato i terreni con la gente. Dal nulla siamo riusciti a costruire chiese, sale per il catechismo, punti di incontro e di aggregazione. Piano piano. Prima una saletta con la cucina  e il bagno. Per fare catechismo e dare uno spazio alle famiglie. Poi, da lì, il pezzo più grande, la chiesa. Un piccolo mosaico organizzato». Ed è questo il progetto che Don Aldo di Girolamo ha per la chiesa di Macchia Romana. Parroco da giugno 2013, in un anno sta mettendo sotto sopra il quartiere. Sacerdote di strada, che ama stare tra la gente, ha cominciato a celebrare la messa tra i palazzi, nel garage, nelle piazzette del rione. Via Martin Luther king, via Oscar Romero la prossima settimana. «Dico di portare un dolce e così dopo la messa ci si intrattiene. Macchia Romana è un quartiere poco vissuto, dormitorio. La messa è un modo per riunirsi. La gente esce di casa, si incontra e si conosce». Ha cominciato, così, per provare, a luglio. Poi con il passa parola ogni stradina ha chiesto la celebrazione della messa. Ma non è l’unica attività che ha portato in parrocchia. Da questa estate, infatti, è partito anche il centro estivo «affidato ad esterni – ha detto – perchè io non l’ho mai fatto e non so come funziona. Devo prima capire e imparare». Tuttavia è il modo per offrire uno spazio e  un’alternativa ai bambini del posto e colorare quell’enorme struttura in cemento armato. Che oltre alla chiesa, attualmente, non ha più nulla. Solo pareti. «Appena arrivato – racconta Don Aldo – non c’era neppure il bagno. Ho dovuto farlo io». Perchè per il sacerdote che viene dal Brasile, questo è lo spirito giusto. «Non aspettare che le cose vengano dall’alto. La Chiesa siamo noi. Bisogna solo rimboccarsi le maniche». E così, con la grande tombolata organizzata durante la festicciola di giugno – «una festa semplice, con qualche gruppo locale» – è riuscito a racimolare 7.600 euro a fronte di una spesa di 400. «Abbiamo coinvolto anche le attività commerciali, che c’hanno donato di tutto, perfino un prosciutto». Quei soldi serviranno per proseguire i lavori di completamento della chiesa, come da progetto. Vale a dire la realizzazione della canonica (cucina, refettorio, bagno e scrittoio) che prevede in realtà un costo di 100.000 euro. «Ma noi all’inizio ci adatteremo e ce li faremo bastare. In questa parte allestiremo la saletta per il catechismo». Ecco dunque che il mosaico prende forma. Un paio d’anni, si augura Don Aldo, e si potrà passare alla realizzazione del piano superiore. «Il Vescovo e l’economo ci hanno promesso che ci verranno incontro. Noi comunità però dobbiamo mostrare tutta la nostra buona volontà». Chissà che così Don Aldo non porti a casa un altro risultato, come quando nel 1987 fondò la squadra di rugby di Potenza. La stessa, certo evoluta e cambiata, è ancora qui.

UN GEMELLAGGIO PER CONNETTERE LE PERIFERIE

LO scopo è quello di allargare il concetto di quartiere. Così, dopo l’operazione ben riuscita di recuperare la dimensione più familiare del vicinato, il passo successivo è far cominciare a dialogare i quartieri tra loro, a connetterli. E’ quello che sta cercando di fare Rione Lucania, Chianchietta per intenderci, con l’originale trovata del gemellaggio con una delle aree più periferiche di Potenza, contrada Giuliano. Dopo una serie di attività nel quartiere sempre più in crescita – tornei di calcetto, zumba, risveglio muscolare, corsi di musica caraibica e concerti – ha pensato bene di estendere l’invito. Così l’altra sera ospiti di piazza Tre Fontane sono stati gli abitanti di Giuliano. Tutti riuniti attorno alla lunga tavolata dove gustare insieme cavatelli e fagioli.  qualche bicchiere di vino, il karaoke, l’intrattenimento musicale della bella voce dell’inquilina Luciana Rinaldi. La festa è cominciata già alle 16.30 con un torneo di calcio. Il campetto, a lungo abbandonato e da qualche anno rimesso a nuovo grazie alla caparbia del Comitato di quartiere, è da sempre il collante sociale di Rione Lucania. Anche oggi che il quartiere ospita una quarantina di rifugiati politici, è grazie al pallone che sono nate le prime conoscenze tra questi giovani e gli abitanti. Hanno cominciato i più piccoli, classe 2003/2008. Poi è stata la volta dei più grandi: gli anziani contro i ragazzi e  i rifugiati. Dal calcio alla lezione di zumba fitness con Loredana Baldassarre, che per gran parte dell’estate ha animato le giornate di Rione Lucania, tant’è che ormai da tutti è considerata una “chianchiettana doc”. E poi l’esposizione dei prodotti artigianali realizzati dai pochi anziani che ancora conoscono l’antica arte artigiana, di cui purtroppo a Potenza è difficile trovare traccia. Pipe e fischieti in legno e un armadio, costruito e dipinto a mano, donato al Comitato diquartiere. Per Giuliano, la possibilità, infine, di avere una speciale vetrina in città per pubblicizzare il loro evento di punta, la sagra della patata, che si terrà il 6 settembre, quando Chianchietta sarà a sua volta ospite della contrada.

Alla festa ha partecipato anche il sindaco di Potenza Dario De Luca. La visita è stata l’occasione per mostrare all’amministrazione comunale l’importanza di organi collegiali quali il Comitato di quartiere che, se ben sfruttato, può essere strumento di partecipazione e sentinella del territorio. Afferma infatti Orazio Colangelo, del Comitatao di quartiere: «Qui c’è sempre gente. Ogni problema il Comitato di quartiere è punto di riferimento». Prossimo appuntamento del rione sarà l’inaugurazione dei giochi per bambini acquistati attraverso l’autotassazione dei cittadini e il contributo della Farmacia Tre Rotola.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE