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E’ LA PLANBOTTLE, cioè la bottiglia di plastica buona che si ottiene dalla canna da zucchero e non più dai derivati del petrolio.

Ed è proprio la Basilicata ad offrirla già al mercato, grazie alla Coca cola che imbottiglia l’acqua del Vulture. Le bottiglie di Lilia, per il 30 per cento, sono già ecologiche e l’impegno di una delle più grande company dell’economia globale è quella di arrivare al 100 per cento di quote di riciclo.

Limitare l’impatto ambientale con produzioni sostenibili che converte la canna da zucchero in glicole etilenico e può fare a meno del petrolio. Una buona notizia che la Coca cola dà in anteprima all’Expo’ a margine di una conferenza stampa riservata ai giornalisti delle regioni interessate alle produzioni della multinazionale di Atlanta durante la quale è stato presentato uno studio della Bocconi sull’impatto occupazionale ed economico in Italia. Lo studio ha preso in esame il mondo Coca-Cola, presente in Italia con quattro società: Coca-Cola Italia, Coca-Cola HBC Italia, Fonti del Vulture e Sibeg (quest’ultima non inclusa nella ricerca). In particolare viene analizzato l’impatto di Coca-Cola nel Paese in termini di risorse economiche generate e distribuite da Coca-Cola, prendendo in considerazione i tre soggetti: Stato (imposte e contributi versati), imprese (acquisti di beni, servizi e investimenti) e famiglie (dipendenti).

“Coca-Cola è una realtà prevalentemente locale – commenta Giangiacomo Pierini, Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione Coca-Cola HBC Italia – con un forte radicamento sul territorio nazionale, che grazie ai suoi stabilimenti crea importanti opportunità occupazionali e sviluppa attività a favore delle comunità in cui opera. In questo modo dà vita in Italia ad un circolo virtuoso di cui beneficia l’intera catena produttiva e distributiva. Inoltre le aziende coinvolte generano a loro volta redditi ed entrate fiscali, sviluppando l’attività economica all’interno delle loro rispettive catene del valore”.

I risultati dello studio testimoniano il ruolo di primo piano giocato da Coca-Cola nel sistema economico nazionale in termini di risorse generate e distribuite. Dall’analisi emerge che la filiera produttiva di Coca-Cola immette nell’economia italiana risorse pari a 815 milioni di euro, equivalente allo 0,05% del PIL. 

Coca-Cola in Italia impiega direttamente 2.074 dipendenti, dislocati in 8 sedi tra stabilimenti, uffici e depositi.

L’impatto occupazionale diretto e indiretto è pari a circa 26.000 posti di lavoro (equivalente allo 0,1% della forza lavoro totale a livello nazionale). In pratica, ad ogni posto di lavoro diretto corrispondono 13 posti di lavoro indiretti all’interno dell’economia italiana. Il numero delle persone che dipendono, parzialmente o totalmente, dai redditi di lavoro generati direttamente o indirettamente da Coca-Cola in Italia è pari a circa 70.000 persone. Cobnsiderati gli stabilimenti lucani, tra stabilimento, rete vendita e indotto, siamo a circa 2000 unità.

Nello stabilimento delle Fonti del Vulture si imbottigliano alla fonte i marchi Lilia, Sveva, Toka e Solaria.

All’incontro, svoltosi presso il padiglione Coca cola di Expò, molto gettonata la Coca Cola life, etichetta verde, per chi ama la zero e non riesce a rinunciare al gusto classico, già commercializzata in Argentina e Cile e presto anche sul mercato europeo.

 

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