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di Pietro Scognamiglio

E’ il giorno dopo la bufera e la rassegna stampa, almeno in chiave interpretativa, pare lacunosa. Il confine tra responsabilità diretta, oggettiva e presunta delle società sarà il discrimine per un’eventuale stravolgimento delle classifiche di serie Bwin (perché va chiamata col suo nome) e Lega Pro. Ma non va mai dimenticato che i binari della giustizia ordinaria e di quella sportiva sono per definizione paralleli. L’eccezione, mai come ultimamente, è quando si incontrano.
A scanso di equivoci: la Procura di Cremona ci ha visto giusto, come ci ha visto giusto la Gazzetta dello Sport con l’inchiesta sulla “Gomorra del calcio” che nei mesi scorsi ha fatto luce su tanti “si sa ma non si dice”. Anche il caso Potenza sulla rosea è stato trattato con cognizione di causa, sicuramente più che su certe pubblicazioni dal taglio grossolanamente giustizialista (e piene di errori) presentate a novembre in città.
Ma tornando a valutare l’efficacia in termini di incidenza sulle classifiche di simili operazioni giudiziarie, è la ricostruzione dei precedenti ad opera dei media nazionali ad aver saltato qualche passaggio. Se tra le bolle di sapone è giusto ricordare Atalanta-Pistoiese del 2001 e l’affaire Modena/Sampdoria/Siena del 2004, va tenuto però presente che le analogie più evidenti tra la cronaca di queste ore e il recente passato vanno riscontrate nel faldone Potenza-Salernitana del 2009 – lo chiamiamo così per comodità – e nell’arresto dell’attaccante Christian Biancone ad ottobre 2010 per Juve Stabia-Sorrento.
Per chi ha vuoti di memoria c’è Youtube in soccorso. Il video di Ravenna-Lecce 1-3 del 26 aprile 2008 è tutto da vedere e trasmette la stessa verve comica di quelli che stanno andando continuamente in onda, tipo Atalanta-Padova e Cremonese-Spezia. In quel sabato pomeriggio Postiglione e soci erano presenti in tribuna sugli spalti del Benelli, spettatori interessati. Nelle carte dell’inchiesta si legge che c’è chi basandosi su quella partita vinse oltre 20mila euro. La procura di Potenza indicò Ravenna-Lecce tra le gare di B e C1 della stagione 2007-2008 truccate all’interno di un ampio giro di scommesse: Atalanta-Livorno, Perugia-Potenza, Arezzo-Massese, Taranto-Sangiovannese, Gallipoli-Crotone, Pescara-Pistoiese, Massesse-Taranto, Sambenedettese-Potenza e Potenza-Juve Stabia (unica del 2008-’09, quella delle “polpette” di Soviero). Nove partite, zero risultati per la Procura Federale che non è riuscita a cavarne fuori nemmeno un punticino di penalizzazione. Eppure c’era da divertirsi, tra papere di portieri, mezze risse in campo e autogol scientifici.
Hanno pagato con una sentenza zoppicante Potenza e Salernitana (poco) per una questione diversa: partita venduta e comprata, non oggetto di scommesse.
Nel caso di Juve Stabia-Sorrento 1-0 del 5 aprile 2009 cambiano procure coinvolte e protagonisti, mentre restano una costante gli arresti e le risate amare quando si dà un’occhiata al video. Anzi, un’altra costante c’è: Palazzi neanche in questo caso ha trovato il bandolo della matassa, non riuscendo ad incastrare nessun attore della combine, né le società. Eppure dal 2008 ad oggi, anche se si procede a una ricerca random, molte tracce sono ricorrenti: il Lecce, il Ravenna, il Potenza (finchè è esistito), il Taranto, l’Atalanta, il Livorno, la Spal, il Cosenza.
Pur senza citare tali precedenti, Maurizio Crosetti su Repubblica scrive un commento dal titolo non banale: “L’ufficio inchieste Figc non scopre mai nulla”. Il dato ha rilevanza statistica: l’incidenza della giustizia sportiva nelle questioni di calcio scommesse è stata negli ultimi anni pari a zero, mentre si riesce ad arrivare a qualche conclusione – per quanto confusa – quando si accerta la compravendita di una partita. Il tortuoso iter di condanne su Potenza-Salernitana insegna, ma anche i sette punti di penalizzazione al Ravenna per il tentato illecito con il Lumezzane (50 mila euro per assicurarsi la vittoria) si possono inserire nello stesso filone. La questione scommesse resta tabù per Palazzi e i suoi collaboratori, ricompresi fino ad oggi – e non si capisce come mai – nella casta degli intoccabili del pallone italiano.
Nel merito dell’attualità, non sembra così scontato arrivare a una riscrittura delle classifiche, anche per problemi di tempistica. Forse pagheranno una o due squadre per tutte, molti dirigenti riusciranno a dimostrare di essere parti lese. Forse si capirà che l’attuale sistema della Lega Pro rischia di implodere, con le società tassate oltre misura e poi non in grado di pagare gli stipendi. I giocatori, nella loro grettezza, devono pure arrangiarsi. Ma forse quest’ultimo polverone potrà avere una rilevanza mediatica tale da testare anche le stanze più blindate di via Allegri. In virtù della legge 401/89 Palazzi può attingere a tutti gli atti delle procure ordinarie, lo ha sempre fatto, lo farà anche questa volta. Raramente ci ha capito qualcosa. Possibile che sia sempre lui a vederci meglio rispetto a tanti suoi validi colleghi?

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