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Nella mia qualità di responsabile dell’ufficio legale dell’Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri italiani), avendo preso atto dell’articolo apparso il 5 settembre us in merito al decesso della signora Regiane Sousa Martins, formalmente vi invito a rettificare il titolo dell’articolo in oggetto per l’evidente riferimento equivoco a circostanze e condotte volontarie e pertanto comunque non veritiere e non ascrivibili ai sanitari che si occuparono della sfortunata signora Regiane.
La gravissima espressione “femminicidio” che evoca deplorevoli comportamenti, aggressivi e volontari induce senza dubbio nella mente del lettore un ingiusto e intollerabile pregiudizio e una completa distorsione nella ricostruzione dei fatti accaduti. Poichè, come è noto, il risultato diffamatorio si raggiunge anche con mezzi indiretti e subdole allusioni, con espressioni sottintese, suggestionante o mediante l’adozione di formule, titoli a effetto e accostamenti lesivi della reputazione altrui; poichè il titolo adottato nell’articolo è idoneo a mettere in pericolo l’onore e il decoro dei sanitari che ebbero in cura la signora Regiane e il profilo profesionale di tutti i ginecologi e ostetrici; poichè l’espressione offensiva contenuta nel titolo integra estremi di illecito; si attende la tempestiva rettifica preavvisandovi fin da ora che in difetto i ginecologi ostetrici saranno cstretti,m mio tramite, a tutelare i loro interessi nelle opportune sedi.
Avv. Vania Cirese
Prendiamo atto della richiesta: il titolo nella versione online dell’articolo in questione è stato tempestivamente modificato e pubblichiamo anche su carta del giornale la vostra richiesta di rettifica 

Nella mia qualità di responsabile dell’ufficio legale dell’Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri italiani), avendo preso atto dell’articolo apparso il 5 settembre u.s. in merito al decesso della signora Regiane Sousa Martins, formalmente vi invito a rettificare il titolo dell’articolo in oggetto per l’evidente riferimento equivoco a circostanze e condotte volontarie e pertanto comunque non veritiere e non ascrivibili ai sanitari che si occuparono della sfortunata signora Regiane.

 

La gravissima espressione “femminicidio” che evoca deplorevoli comportamenti, aggressivi e volontari induce senza dubbio nella mente del lettore un ingiusto e intollerabile pregiudizio e una completa distorsione nella ricostruzione dei fatti accaduti. 

Poichè, come è noto, il risultato diffamatorio si raggiunge anche con mezzi indiretti e subdole allusioni, con espressioni sottintese, suggestionante o mediante l’adozione di formule, titoli a effetto e accostamenti lesivi della reputazione altrui; 

poichè il titolo adottato nell’articolo è idoneo a mettere in pericolo l’onore e il decoro dei sanitari che ebbero in cura la signora Regiane e il profilo profesionale di tutti i ginecologi e ostetrici; 

poichè l’espressione offensiva contenuta nel titolo integra estremi di illecito; 

si attende la tempestiva rettifica preavvisandovi fin da ora che in difetto i ginecologi ostetrici saranno costretti, mio tramite, a tutelare i loro interessi nelle opportune sedi.

Prendiamo atto della richiesta: il titolo nella versione online dell’articolo in questione è stato tempestivamente modificato e pubblichiamo anche sull’edizione cartacea del giornale la vostra richiesta di rettifica. 

 

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