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POTENZA – Passione, spirito di sacrificio e formazione. Sono questi gli ingredienti essenziali per formare un pasticcere di successo e ad Acerenza il pasticcere modello è Vincenzo Tiri. È stato un “perfect game” quello aggiudicatosi dall’azienda “Tiri 1957” al concorso “Il Panettone dell’anno”: per la seconda volta porta a casa la vittoria.

La novità di quest’anno era “La Notte del Panettone” organizzata dalla Gazzetta e dal colosso della tecnologia Samsung nella cui sede è avvenuta la premiazione del panettone Tiri che, con 1120, punti ha sfondato ancora una volta.

Già lo scorso anno il panettone Tiri aveva raggiunto il primo posto in classifica nella sfida enogastronomica de “La Gazza Golosa” e, anche quest’anno, i riflettori puntano sul lucano che è diventato un pasticcere esperto a soli 34 anni e che, con una vita scandita da tempi di ordinazione, custodisce la massime dei pasticceri più importanti d’Italia.

A sostenere Vincenzo nel laboratorio e nell’attività ci sono il fratello Giuseppe e i genitori che, insieme e con dedizione, portano avanti l’azienda.

Il successo raggiunto da “Tiri 1957” è l’outcome del lavoro e dei sacrifici che la famiglia Tiri ha dedicato all’attività avviata nel 1957 come panificio per estendersi al settore della pasticceria oggi.

Dopo l’ennesimo bel risultato, ecco che cosa ha detto.

Come si è svolto il concorso de “Il Panettone dell’anno”?
«Al concorso eravamo trentatre pasticceri e abbiamo gareggiato con il panettone tradizionale con uvetta e canditi. È il concorso in Italia più importante perché la giuria si compone di 12 esperti dell’enogastronomia e la degustazione è stata fatta alla cieca. Il nostro panettone ha ottenuto il cento su cento, massimo punteggio, riconfermando la vittoria dello scorso anno. È il miglior panettone che io abbia mai fatto realizzato con tre lievitazioni lunghissime che restituiscono la giusta morbidezza».

La Notte del Panettone è stata una sfida che ha messo a confronto tradizione e tecnologia. La tua produzione ha uno stampo più tradizionalista oppure orientata all’innovazione?
«La mia produzione è, e resterà, artigianale perché il mio panettone non è replicabile industrialmente. Per noi la ricerca è al primo posto, continuiamo a sperimentare e a misurarci con le nuove tecniche e ingredienti al top sul mercato. È questo il segreto di un buon panettone».

Cosa consiglieresti a tanti giovani apprendisti del settore per riuscire a raggiungere il successo?
«La passione e l’amore sono il filo conduttore del successo in ogni settore. Certamente bisogna anche essere affiancati dalle persone giuste e io sono stato fortunato ad imparare dai grandi maestri come Iginio Massari e Rolando Morandin che mi hanno lasciato i segreti che custodisco gelosamente. Bisogna studiare tantissimo; io ho iniziato dieci anni fa e ritengo che puntare sulla formazione sia la strada principale per migliorarsi e raggiungere importanti traguardi».

Qual è stato il momento più importante della tua carriera?
«Il momento più importante è stato il risultato raggiunto in questo concorso, dove venerdì sera sono stato premiato presso Samsung District. Una riconferma per me importantissima. Grande gratificazione ho provato anche quando qualche mese fa sono stato in Giappone dove ho fatto una consulenza alla Donk, una delle più grandi multinazionali del mondo che produce il panettone tutto l’anno. Tutti eventi emozionanti e carichi di soddisfazione e motivazione per continuare a sperimentare nuove ricette e conseguire nuovi traguardi».

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