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E’ uno dei giorni in cui i quotidiani più diffusi – Corriere della Sera, Repubblica e Stampa – impostano la prima pagina in maniera identica: la notizia di apertura dedicata ai dati Istat 2015 (che segnalano la risalita del Pil e la disoccupazione ai minimi) e la grande fotonotizia dei migranti che manifestano alla stazione Keleti a Budapest, in Ungheria, chiedendo di poter partire per la Germania. Secondo l’istituto di ricerca, l’Italia cresce oltre le previsioni: da un lato il Prodotto interno lordo sale a +0.4% (da 0,3) nel primo trimestre, a +0.3 (da 0.2) nel secondo, toccando il +0.7 su base annua (da 0.5); dall’altro, aumentano gli occupati e diminuiscono i senza lavoro (3 milioni e 101mila unità). Sul Corsera, Federico Fubini segnala l’aumento degli inattivi e Dario Di Vico avverte: «Ottimismo legittimo, cautela necessaria». L’Istat segnala però un acuirsi della cosiddetta “forbice” tra Nord e Sud (QUI l’articolo sul Quotidiano di oggi), e proprio il dato della disoccupazione (7% al Nord, 10 al Centro e 20 al Sud è indicativo di questa tendenza), ma ciò non trattiene il premier Matteo Renzi a esultare nel tweet di ieri e soprattutto nel video di poco più di due minuti in cui afferma che l’Italia riparte. Il quotidiano diretto da Ezio Mauro raccoglie la testimonianza di Mauro Caputo, 55enne che dopo 12 anni nell’indotto Fiat di Melfi ha perso il lavoro nella sua azienda italiana di pannelli porte ma poi è arrivato l’intervento salvifico dei tedeschi che l’hanno rilevata con tutte le maestranze: «Siamo fortunati, ma pure grati al sindacato. Abbiamo conservato contratto e vantaggi. Va peggio ai giovani assunti ora, con buste paga più basse di 300 euro in media e precari». Nelle sue parole anche l’angoscia, comune a molti “esodati”, di essere «troppo giovane per la pensione e troppo vecchio per lavorare. Un inferno» da cui Mauro è stato salvato solo grazie alla specializzazione. «Qui, a parte la Fiat, non c’è niente. Speriamo che dura».
Sul caso migranti, al di là delle cronache che occupano lo sfoglio interno dei giornali in edicola, si segnalano due interessanti approfondimenti: sulla Stampa Bill Emmott, ex direttore dell’Economist, spiega perché Londra ha paura degli stranieri mentre su Repubblica Herta Muller, Premio Nobel per la letteratura nel 2009, invoca “lasciateli entrare” e ricorda di quando «anche io ho patito la malattia della fuga».
Ma su tutte le prime pagine tiene banco anche la notizia del perdono chiesto dal Papa per chi abortisce, in attesa del Giubileo: un’indulgenza anche per i detenuti e per i sacerdoti scismatici lefebvriani. 
Sul fronte della politica e della partita che il governo si giocherà nei prossimi giorni al Senato sulla riforma costituzionale, si segnala l’analisi di Tommaso Ciriaco che, ancora su Repubblica, inserisce l’ex dem lucano Salvatore Margiotta tra i 5 parlamentari del Gruppo Misto che potrebbero correre in aiuto dell’esecutivo: attualmente i numeri sul Senato non elettivo parlano di 154 favorevoli e 162 contrari, ma da Palazzo Chigi sembra che i calcoli fissino a quota 185 i “sì” e trapela che, in caso di vittoria del “no”, il premier sarebbe propenso alla chiamata alle urne.
Tra cronaca e politica la notizia del commissariamento del Cara di Mineo, al centro della vicenda giudiziaria di Mafia Capitale oltre che del delitto dei due coniugi nel Catanese per il quale è stato fermato un ivoriano ospitato da giugno proprio nel Centro di accoglienza richiedenti asilo. 
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LA NOTIZIA PIU’ CURIOSA | «Basta pettegolezzi, non sono il padre di questo bambino»: durante la messa lo sfogo del parroco di Pavullo (Mo), che per protesta chiude tutte le attività [la Stampa].

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