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Dal 17 ottobre dell’anno scorso, con la designazione a Capitale Europea della Cultura, la storia contemporanea di Matera ha decisamente cambiato verso.

Dopo il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco e il successo registrato dall’Expo a Milano, il terzo evento di caratura internazionale si svolgerà a Matera, nel 2019, quando sarà, a tutti gli effetti, la Capitale della Cultura. Una scelta, quella effettuata a Bruxelles, motivata non solo dal fascino e dalla storia millenaria della Città dei Sassi, ma anche per la visione, il coraggio e l’amore profondo che hanno animato, nel tempo, intere sue generazioni.

Uomini e donne, professionisti e artigiani , artisti e intellettuali, architetti e ingegneri: piccoli mondi vitali che, con umiltà e intelligenza, hanno contribuito a raggiungere questo storico traguardo.

Ora però, tutti dovranno dimostrare di essere all’altezza del compito che li attende. Si dovrà confezionare un abito su misura per Matera, vale a dire un mix di efficaci interventi strutturali e intelligente programmazione delle risorse.

In un certo senso, il 2019 è già iniziato. E, come ebbe a dire il Sindaco De Ruggeri, la sera in cui Matera lo scelse come suo primo cittadino, tutti dovrebbero sentirsi sindaci di questa meravigliosa Città. Senza quell’anima collettiva, paziente, operosa e intelligente, che si è stratificata soprattutto nella sua storia del Novecento, Matera non sarebbe mai approdata sul proscenio internazionale.

Non sarebbe Capitale europea, ma, molto, molto più prosaicamente, uno dei tanti piccoli e aggraziati capoluoghi del Mezzogiorno d’Italia. E allora, accettiamola questa sfida! Giochiamola su più fronti.

Il Sindaco, allorquando, in conferenza stampa, illustrò il programma della nuova amministrazione, disse chiaro e tondo che avrebbe voluto per Matera mille nuovi imprenditori, per imprimerle un cambiamento profondo, per darle un profilo di Città intelligente, dinamica, operosa.

E aggiunse, poi, che il turismo dovrà rappresentare la locomotiva di un treno che non dovrà essere evocato solo per desideri lucani e materani, ma che dovrà portare con sè opportunità, lavoro ai giovani, crescita e benessere per la Città, per la sua provincia e per tutta la Basilicata.

Il Giubileo del 2000 , con tutte quelle risorse che piovvero sulla Capitale d’Italia, con le infrastrutture e il rifacimento dell’arredo urbano che furono realizzate a Roma e nel suo hinterland, significò la bellezza di 17 mila nuovi posti di lavoro. Intendiamoci: Matera non è Roma. Ma dove sta scritto che per il 2109 e oltre non si possono creare per Matera e la sua Regione, migliaia di posti di lavoro e nuove opportunità imprenditoriali, soprattutto per i nostri giovani? In tanti potrebbero obbiettare: ma non ce l’ha fatta il petrolio e la Fiat a dare uno scossone alla Basilicata, figuriamoci se può riuscire Matera!

E io rispondo che le ragioni per essere ottimisti ci sono, eccome. Se pensiamo che in Italia, in Europa e nel Mondo, una delle industrie più dinamiche e ad alto valore aggiunto è proprio quella del tempo libero. Il turismo di qualità e quello di nicchia, sempre più destagionalizzato, si affianca e in alcuni casi prevale su quello di massa.

Una città come Matera, che ha alle spalle una storia millenaria, evoca per il turista portoghese, tedesco o slovacco, così come per il giapponese, il russo o l’americano, miti, leggende e suggestioni come tutte le grandi civiltà del passato. Matera dovrà avere questa abilità: far sentire il turista non un semplice, viaggiatore, ma “abitante culturale”, com’è stato più volte descritto.

Dovremo fargli percepire questa comunanza di radici e appartenenze; farlo sentire partecipe di una civiltà che, con i Romani, gli Svevi, i Normanni, i Bizantini, gli Aragonesi e tanti altri, hanno costruito per sedimenti e sovrapposizioni, la grande bellezza di Matera. E con essa l’arte che si è sviluppata intorno a noi, nei bellissimi centri storici, che custodiscono preziosità architettoniche come le Cattedrali, le Abbazie i Conventi e i Monasteri. In definitiva, per Matera e la Basilicata, si dovrà sì partire dalle infrastrutture e dagli investimenti, ma con l’obiettivo di fare sistema, come dicono gli economisti e i sociologi.

Per riattivare, in buona sostanza, quel circuito economico virtuoso che rende un territorio sviluppato, competitivo, con un tasso di senso civico e di orgoglio di appartenenza, pari o comunque prossimo a quello di altri paesi europei, più moderni e sviluppati di noi. Intendiamoci bene: le infrastrutture, i collegamenti e i fondi per Matera sono in cima alla lista. Ma quando parliamo di Turismo o di Cultura, allora è di fondamentale importanza coinvolgere la progettualità intelligente, i territori circostanti, gli amministratori più dinamici e capaci di tutti quei paesi vicini che vogliono interagire con Matera.

Il Sindaco De Ruggeri, tra le sue prime missioni “fuori porta”, si recò a Policoro, una delle più belle città della Magna Grecia. Ebbene, si parlò allora di matrimonio tra Sabbia e Sassi, così come mi auguro che si possa annunciare un altro fecondo connubio tra Sassi e Argilla.

E cioè tra Matera e la sua Collina, con i suoi bellissimi Centri storici, ricchi di arte e cultura millenaria. Dovranno essere poi valorizzate tante altre perle nascoste: la natura e il mare; i monti, e i boschi, autentici giacimenti di turismo rurale e tradizioni popolari.

E’ una bella scommessa, quella su Matera e sulla Basilicata che verrà. E’ motivo di soddisfazione leggere sulla stampa che la Città aumenta sempre più il numero di turisti o di “visitatori” occasionali.

Sarebbe, però, molto più gratificante poter leggere sulla stampa italiana e internazionale che Matera è una tappa irrinunciabile di un Tour in Italia, come lo è, da sempre, Venezia, Firenze, Roma e, sempre più giù verso Sud, Amalfi, Taormina o Alberobello. Non si tratta, a mio modesto parere, di un traguardo impossibile.

Chi l’avrebbe mai immaginato che una Città, definita, negli anni cinquanta, una “vergogna nazionale”, sarebbe diventata, sessant’anni dopo, Capitale europea della Cultura? Gli stessi materani, quando si lanciò la candidatura, erano perplessi, scettici, per non dire pessimisti. E invece Matera ha vinto. Ed è già partita. Si tratta, ora, di rendere questa partenza, sempre più “intelligente”.

Per raggiungere questi traguardi, è chiaro che Matera non può contare solo sulle sue forze. L’Expò di Milano e il Giubileo di Roma hanno attinto a piene mani alle finanze dello Stato. Il Ministro Franceschini, pochi giorni fa, ha annunciato un primo stanziamento di 14 milioni e mezzo di euro per Matera. Non c’è dubbio che ne occorreranno molti, ma molti di più. Stato e Regione dovranno fare la loro parte. Ma anche i nuovi amministratori saranno messi alla prova!

E’ questa la sfida che li attende: essere capaci di “far volare” Matera, e di coinvolgere, di qui al 2019, tutta la Provincia e la Regione. Una Capitale della cultura che, già dal prossimo anno, possa registrare indicatori sempre più in alto nella classifica delle città italiane. Il fascino di questa città millenaria è indiscutibile.

C’è tanto da lavorare, però, per renderla ancora più vivibile, moderna e accogliente. In poche parole, degna di questa storica investitura che l’Europa le ha riservato.

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