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LA sensazione è che il varo finale tanto tormentato non sia servito a trovare una quadratura ottimale. Le critiche sul piano di riordino scolastico si sprecano e sono tanti, persino dall’interno della stessa maggioranza, quelli che richiamano alcune scelte dettate più da un eccesso di campanilismo, piuttosto che da un reale indirizzo di razionalizzazione. Il presidente della Regione De Filippo, però, ribadisce che quello portato a termine (il piano proposto dalla giunta è stato modificato ed emendato prima in commissione, poi in consiglio) è «un lavoro che non può mai dirsi concluso». Ed è anche al mondo della scuola che chiede «uno sforzo di responsabilità e razionalizzazione», seguendo una consapevolezza, resa esplicita dall’assessore alla Formazione Rosa Mastrosimone. Il piano approvato è la migliore risposta possibile «alle esigenze della comunità lucana, tenendo in considerazione i vincoli e le prescrizioni sempre più stringenti». Eppure su questo (accorpamenti, tagli alle direzioni, deroghe) la voce è tutt’altro che unanime.
I primi a tuonare sono proprio i sindacati. Si concentra soprattutto sul Materano la nota firmata da Cgil, Cisl, Uil e Snals. Il «dissenso» riguarda soprattutto le modifiche che il consiglio regionale ha apportato alla proposta lanciata dalla Provincia (che dall’esecutivo di viale Verrastro era stata a sua volta recepita in parte): quei cambiamenti «non rispondono ad alcun principio di programmazione dell’offerta formativa e al rispetto dell’organizzazione delle autonomie scolastiche». Ecco il senso di una «consueta logica della politica spicciola ed elettoralistica» che ha annientato il percorso di concertazione seguito, invece, in Provincia. E pensare che il caso inverso si era verificato nel Potentino, quando proprio le sigle sindacali avevano accusato il presidente della Provincia, Piero Lacorazza, di aver “saltato” il passaggio di concertazione sindacale. Dal canto suo, proprio Lacorazza ha avuto un ruolo importante nel dibattito che il piano ha aperto. A pochi minuti dall’approvazione del dimensionamento in consiglio regionale aveva reso esplicita la propria amarezza. Scarso il coraggio – aveva detto – dell’aula lucana che aveva finito con l’aumentare il numero di direzioni in grado di sopravvivere. In un momento in cui la richiesta di “razionalizzazione” non è solo un dictat centralistico.
Ma a stretto giro c’è chi proprio non ha mandato giù la «lezione». In fondo prima la commissione consiliare, il consiglio regionale poi, non hanno fatto altro che «esercitare – fa notare il capogruppo del Pd, Vincenzo Viti – una funzione di ulteriore raccordo con le istanze rilevate e proposte dal territorio, anche con accenti e manifestazioni polemiche». Normale, dunque, che il piano varato dalle due province abbia subito nuove modifiche nei passaggi successivi. Sarebbe stato «umanamente impossibile contenere tutte le aspettative legittime formulate». Eppure, proprio il presidente della quarta commissione impegnata sull’atto, Rocco Vita (Psi), non esita a ricordare che un provvedimento tanto complesso, «concepito in maniera sofferta, ha dovuto fare i conti con localismi, verticalizzazioni non sempre condivisibili, eccessive deroghe». Senza dimenticare un cenno a «un’interlocuzione non facile tra le istituzioni interessate, tante pressioni di sindaci, amministratori e dirigenti scolastici». In commissione si è astenuto, in aula ha preferito andare via al momento del voto. Più chiaro di così.
Il dibattito proseguirà ancora a lungo, c’è da aspettarselo. Anche con punte d’ironia a cui non si sottrae l’opposizione. E’ il senatore Egidio Digilio (Fli) a replicare a distanza all’assessore Mastrosimone. A lei che ha precisato di «non essere la Gemini della Basilicata» vien quasi da dire «meno male». Perchè nel leggere l’elenco di modifiche introdotte al piano scolastico «mi sembra di assistere al mercato delle vacche con lo scambio di bestiame». Neanche il ministro «avrebbe potuto fare di peggio».
Nel frattempo a fare davvero i conti con questo piano ci sono studenti e dirigenti scolastici. Tra pochi giorni scadono le pre-iscrizioni agli istituti e in diverse scuole, con questo riordino, sono cambiati gli indirizzi formativi. Basteranno pochi giorni per l’orientamento dei ragazzi? Sarà davvero una scelta consapevole?

Sara Lorusso

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