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POTENZA – Si muove persino la politica. Si è seduto davanti alla tastiera, ieri mattina, il segretario regionale della Dc, Giuseppe Potenza, per esprimere a nome suo e di alcuni cattolici a lui vicini un forte dissenso per l’immagine pubblicata in prima pagina sul Quotidiano di ieri che ritraeva il corpo esanime Maria Antonia Di Palma, più conosciuta come Ninetta, una delle vittime della strage della Vigilia a Genzano di Lucania. Potenza non è stato il solo, anzi per tutta la giornata di ieri – persino in serata inoltrata – nella redazione del Quotidiano della Basilicata sono arrivate diverse telefonate dello stesso tenore: dissenso e biasimo per il turbamento causato.
«Un sentimento di pietas – spiega Potenza evocando una morale antica – avrebbe dovuto consigliare di pubblicare almeno il corpo coperto, come hanno fatto altri giornali».
L’immagine in sè avrebbe contribuito unicamente «ad accrescere il cordoglio e il dolore, l’inquietudine, sentimenti di profonda sofferenza, da giorni, diffusi nella nostra comunità», perciò finisce sul banco degli imputati.
«Le scrivo – prosegue Potenza – soprattutto perché la vicenda ci ha profondamente scossi per la brutalità e perché avvenuta nella notte che per tutti i cattolici ha un particolare significato. Ho ascoltato in televisione alcune frasi di uno psicologo che ha collegato la follia omicida con l’ “atmosfera” della vigilia di Natale, lasciando intendere che, forse, proprio la difficoltà di relazioni umane, a Natale, può avere avuto un effetto, non so se definire dirompente, anche perché non ho alcuna conoscenza specialistica in una materia così delicata e complessa. E anche se la dottoressa Basentini (anche lei psicologa), sul suo giornale, non la pensa affatto così, ritenendola una “cornice temporale”, il solo riferimento al Natale, mi fa rabbrividire. Pensare infatti che le più sentite festività religiose invece di sentimenti di solidarietà, vicinanza per chi soffre (anche sul piano psicologico), umanità possano scatenare violenza e odio sino a provocare l’assassinio di altre persone, non può essere accettato a cuor leggero, sia pure in una “cornice temporale”». Potenza si domanda anche «se non era prevedibile che la follia omicida si scatenasse a Natale» almeno se era possibile prevenire? «E’ un interrogativo che credo pesi su tutte le coscienze civili e su quanti fanno politica perché la politica non può essere un’altra cosa rispetto alla vita della gente e quindi estranea alle relazioni tra persone, ai problemi che rientrano fino ad un certo punto nella sfera del personale, perché in una piccola comunità dove tutti si conoscono non può passare inosservato il disagio di una persona e quindi non si può assistere impotenti a quel disagio».
«E’ un interrogativo – conclude Potenza -che ci porteremo dietro, penso, per sempre e che non si può ridurre al solito discorsetto in politichese sull’assistenza agli anziani e alle persone sole. Sarebbe troppo facile per tacitare le coscienze».

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