X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

VENOSA – Non ce l’ha fatta il piccolo Michele Teora. I suoi 10 anni di vita se ne sono andati via per sempre in quel maledetto cantiere abbandonato. Il suo cuore ha smesso di battere nella mattinata di ieri al San Carlo di Potenza. Ha lottato il piccolo Michele, ma alla fine è morto per le ferite riportate a seguito della caduta da circa tre metri di altezza. Era una giornata come tante quella di sabato. A Venosa si respirava l’aria di festa dovuta anche ai tradizionali fuochi di San Giuseppe. Lui con i suoi due amichetti decide di andare a giocare in quel cantiere. Del resto lì ci vanno in molti. E’ incustodito e incuriosisce la genuinità dei bambini. Certo il piccolo Michele non
poteva immaginare cosa lo aspettava. Probabilmente in quel posto c’era già stato qualche altra volta. Sabato, purtroppo, è stata l’ultima. La dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento. Ma sembra che il ragazzino sia caduto dal solaio posto al primo piano di quel cantiere abbandonato. Un volo di tre metri all’interno della tromba delle scale. Un volo che gli è stato fatale. Del resto le condizioni agli operatori di Basilicata soccorso che sono giunti sul posto sono apparse subito gravi. Il bambino, nel cadere, ha sbattuto la testa sull’asfalto. Già a Venosa i medici del ‘San Francesco’ si erano accorti della gravità della situazione, per questo è stato successivamente trasportato al San Carlo dove gli è stato diagnosticato un trauma cranico con emorragia
celebrale. Nonostante l’abnegazione del personale medico del reparto di Rianimazione, nella mattinata di ieri il cuore del piccolo Michele ha cessato di battere lasciando nello sgomento non solo i familiari (i genitori sono separati e lui viveva con la madre trentaduenne in una casa popolare) ma l’intera comunità venosina. In molti, infatti, nella città di Orazio dicono che questa tragedia si poteva evitare. Il cantiere – che sorge a pochi metri dalla stazione dei carabinieri – è in quelle condizioni dal 2004 e molti sono i ragazzi che approfittando del fatto che non ci sono recinsioni, vi entrano con lo scopo di giocare. I militari dell’Arma, intanto, hanno sequestrato lo stabile. Sono in corso indagini non solo per ricostruire l’accaduto ma anche per capire come
mai quell’edificio fosse privo di ogni requisito di sicurezza e facilmente accessibile. Soprattutto ai bambini.

Giovanni Rosa

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE