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PASSATO il momento dell’ironia (sui social ma non solo: ieri su Repubblica Antonio Dipollina ha parlato di «kaput-anno») arriva quello dell’inchiesta: i vertici Rai, nella persona del direttore generale Campo Dall’Orto, hanno avviato un’indagine interna sulla diretta tv del Capodanno da Matera. Ieri è arrivata anche la condanna senza appello del Vaticano, che dalle colonne dell’Osservatore Romano ha attaccato: «Brindisi anticipato, il finale di “Star wars” e rivelato, parolacce e addirittura una bestemmia. Tutto in diretta. Non è stato un Capodanno tranquillo quello rai».
Ma se da un lato l’azienda pubblica (ricordiamo che aver raccolto 150mila messaggi ha avuto un’incredibile ricaduta in termini di incassi) manifesta l’intenzione di fare chiarezza al suo interno, da un altro deve difendersi sul fronte degli sprechi: sul Corriere della Sera di oggi un’intera pagina alla «trasferta dei trecento» nella quale si sarebbero spesi «130mila euro solo di hotel». Nel dettagliato articolo di Paolo Conti, una delle firme di punta del quotidiano di via Solferino, si dà conto del cachet di «tecnici, maestranze e autori a spese di Regione e Rai». Le «truppe», si legge nell’articolo pubblicato anche online, sono arrivate il 13 dicembre mentre l’accordo definitivo è stato formalizzato il 15. 
«Una convenzione a lunga scadenza che lega la città di Matera alla Rai per Capodanno fino alla fine dell’anno in cui sarà Capitale europea della cultura — scrive Conti —. Oltre all’assegno di 460.000 euro netti, la convenzione ha previsto anche l’ospitalità alberghiera ma non, diciamo, gastronomica. Tecnici, maestranze e redazione del programma hanno risolto pranzo e cena ricorrendo alla diaria Rai, ovvero a un compenso forfettario quotidiano prossimo ai 60 euro per colazioni, pranzi e cene. L’ospitalità alberghiera è costata alla Regione Basilicata circa 130.000 euro. Sono stati scelti, sempre in base agli accordi, solo hotel a tre o quattro stelle. Non a due, perché sarebbero stati rifiutati dalle organizzazioni sindacali, e nemmeno a cinque perché ritenuti troppo costosi». Il Corsera spiega anche che sono stati «due i tronconi di personale Rai arrivati a Matera. Uno è partito da Milano, legato alla realizzazione delle strutture tecniche. In un primo momento si era pensato a una squadra del centro di produzione di Napoli, ma poi la Rai ha optato per Milano. Dall’apparato milanese sono partiti gli appalti esterni tecnici, materialmente destinati alla costruzione del palco. Da Roma invece si è mosso l’universo editoriale di Raiuno: i conduttori, gli autori, la regia, la redazione. Matera è apparsa quasi sotto assedio per il via vai di circa venti mezzi pesanti tra tir e autocarri per il montaggio del grande palco su piazza Vittorio Veneto, il vero e proprio cuore della città. Un po’ di malumori tra i commercianti, che hanno temuto danni per un turismo internazionale già molto ricco in vista dell’appuntamento del 2019».
«Per la macchina organizzativa materana non è stato facile reggere l’urto delle truppe Rai. Molti pacchetti turistici erano già chiusi da tempo. Ma l’hotel Hilton è riuscito a garantire decine di stanze. Soprattutto l’hotel San Domenico, proprio a ridosso della piazza, si è mobilitato trasformando la sua sala per ricevimento in 13 camerini per gli artisti. È stata così evitata una massiccia trasferta verso gli hotel di Altamura: uno sconfinamento regionale nella vicina Puglia che avrebbe comportato una ulteriore crescita dei costi. Altro capovolgimento ha vissuto la Mediateca di Matera, che si affaccia proprio su piazza Vittorio Veneto».
Già prima dell’evento, Oscar Buonamano sull’Espresso aveva definito «discutibile la scelta della Regione Basilicata di finanziare con 585.600,00 euro (più di un miliardo di vecchie lire anche con fondi Europei) lo spettacolo televisivo di Rai Uno» e «in totale contraddizione con lo spirito del dossier di candidatura che si costruiva su un concetto di cultura e di promozione del territorio alternativo all’effimero di un evento spot televisivo, quale sembra essere lo spettacolo che verrà proposto la sera del 31 dicembre per celebrare il nuovo anno».

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