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«IO so cosa si prova quando si uccide un uomo. Lo so perché l’ho fatto, ma nessuno ci crederebbe». Inizia così “La volpe meccanica”, il nuovo romanzo di Mariolina Venezia, edito da Bompiani  nella Collana Narratori italiani,  in libreria da oggi. Una donna racconta di sé. E della passione bruciante per un uomo più giovane di lei, che finalmente lascia il segno in un’esistenza grigia, imprigionata in un matrimonio deciso a sangue freddo. Descrive nei dettagli i loro incontri, i baci, i più riposti segreti della loro intimità. Lasciando sullo sfondo lo scenario in cui si svolge la storia, ripercorre la sua vita e le sue molte ombre alla ricerca del punto di non ritorno. Voleva fare l’attrice, un tempo, e ne avrebbe avuto tutti i numeri, se non fosse intervenuta a sbarrarle la strada un’inesorabile vocazione al fallimento. Testimoni o complici, la seguiamo nei labirinti della sua mente, attraverso le ambigue proiezioni dell’arte e dell’amore.

Assistiamo come dal buco della serratura a giochi erotici sempre più mozzafiato, in uno sconcertante thriller dei sentimenti, all’inseguimento di una verità che trascende i fatti e diventa un’indagine esistenziale. Ma il giovane commissario incaricato di risolvere il caso nel quale la protagonista si trova coinvolta arriverà a conclusioni inattese.

Mariolina Venezia costruisce un noir dal ritmo incalzante, con una scrittura precisa come una lama che seziona eventi e caratteri riducendoli all’osso, in un tango freddo e appassionato di amore e morte.

Dopo gli ultimi  romanzi “Come piante tra i sassi” e Maltempo”, dunque, la scrittrice lucana, vincitrice nel 2007 del Premio Campiello con la saga familiare “Mille anni che sto qui”, prosegue nel solco del genere poliziesco, virando dal giallo dei primi due lavori al nero de “La volpe meccanica”.  Un nuovo romanzo da leggere tutto d’un fiato (96 le pagine, 10 euro il prezzo di copertina).

cultura@luedi.it

 

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