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MATERA – E’ stato un suggestivo amarcord, per il 2° Corpo d’Armata Polacco, che tra il 1944 e il 1946 ha frequentato le scuole di artiglieria e fanteria, tornare a Matera per ricordare quel difficile periodo storico.

Tanta l’emozione tra i presenti, sia per i materani che ancora oggi ricordano quei tempi, sia per i reduci. Ad accogliere i polacchi ci hanno pensato i bambini, che hanno preparato uno striscione con uno striscione di benvenuto.

La commemorazione, tenutasi ai piedi della targa che nel 2005 venne posta in ricordo dei militari polacchi sulla facciata dell’Istituto comprensivo “Padre Giovanni Minozzi”, è iniziata dopo i due inni delle Nazioni presenti (Polonia e Italia), alla presenza del sindaco Raffello De Ruggieri, del sottosegretario di Stato della Repubblica di Polonia Wojciech Kolarski, dell’ambasciatore polacco in Italia Tomasz Orlowski. Ma la cerimonia non si è fermata al passato, perché parole sono state spese per tutte le vittime della strage di Parigi, dall’ambasciatore della Repubblica di Polonia in Italia Tomasz Orlowski: «Tutti siamo coinvolti in quello che sta succedendo a Parigi in questi giorni. Il nostro contributo, oggi, è quello di essere solidali con i fratelli francesi», e a questo punto l’applauso tra tutti i presenti. Tanta l’emozione, ma tra tutti il più commosso era l’ormai anziano reduce Narebski che ha ricordato come proprio a Matera, in particolare nell’attuale Istituto comprensivo “Padre Giovanni Minozzi”, crescevano i cervelli dell’Armata polacca perché proprio qui avevano sede le prestigiose scuole di artiglieria e fanteria.
Inoltre, il reduce Narebski ha aggiunto: «Matera mi è vicina, si respirava un ambiente fraterno e si respira ancora tutt’oggi. Personalmente ho stretto un forte legame di amicizia con la famiglia Ambico e ancora oggi sono molto legato a Francesco Ambrico».
Antonio Natrella e Pietro Motta, materani che a quei tempi erano nel cuore della loro adolescenza, ricordano così i soldati polacchi, che hanno trascorso due anni tra Matera e la Puglia: «Erano delle persone molte corrette, forse tra le più corrette che abbiamo visto a Matera; tutte le domeniche andavano a messa in Cattedrale». – E ancora Antonio Natrella racconta – «Una volta una rondine aveva sbattuto contro un filo della luce ed era caduta con un’ala spezzata, ho ancora nitida nella mente l’immagine di uno dei soldati polacchi che raccolse la rondine mentre piangeva».
A prendere la parola è stato anche il sindaco della città dei Sassi, Raffaello De Ruggieri, che ha voluto sottolineare come Matera sia una città sempre aperta a nuove storie, storie di solidarietà, di fratellanza, come quelle tra il popolo polacco e quello materano che sono testimonianze di unione.
«Quella col popolo polacco è stata una storia di grande affettuosità civile. Il recupero della memoria grazie alle testimonianze, come quelle che ci hanno raccontato oggi, sono alla base per un futuro migliore», ha concluso il sindaco.
Infine, ennesimo momento toccante è stato quello della consegna dell’onorificenza a Mario Ambrico, per il contributo che ha dato alla popolazione materana e polacca con una mostra fotografica e la deposizione di alcune corone in memoria dei caduti e degli eventi che si verificarono in città.
La cerimonia è proseguita con l’esibizione dell’orchestra di rappresentanza dell’Esercito polacco e con una mostra fotografica allestita nel Museo “Domenico Ridola”, in collaborazione del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo – Soprintendenza archeologica della Basilicata e Polo museale della Basilicata.
Le fotografie sono state fornite alla Fondazione “Elisa Springer A-24020” da Mario Ambrico e sono foto scattate in quei tempi, fotografie che trasformano in immagini le parole dette in precedenza dai militari reduci polacchi e che documentano quel periodo; l’esposizione, a ingresso gratuito, resterà aperta sino a domenica 22 novembre.

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