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Per correttezza chiarisce subito: “Sono stato candidato alle precedenti amministrative. E lo sarò anche alle prossime, tra qualche mese”. Per il consigliere d’opposizione di una lista civica, Amedeo Cicala la gestione della risorsa petrolio a Viggiano “se non è stata un fallimento, ha prodotto pochissimi risultati”. Di professione avvocato, il suo contributo vorrebbe darlo nella vita amministrativa della sua comunità “che per vincere questa partita, deve cambiare strategia”.

E il male lo descrive così: “Pochi investimenti che andassero e durassero al di là delle estrazioni, che inevitabilmente prima o poi finiranno”. La politica di inserimento lavorativo, dice in maniera secca,  “è stata un fallimento”. Qualcuno sostiene che da queste parti non ci sia disoccupazione. “Assolutamente falso. Anzi, uno studio commissionato non più di due anni fa la stimava al 30 per cento”. Quello che è stato fatto “non è stato adeguato”.  E la prova ne è il progetto per i cosiddetti over 45, coperto risorse che arrivano dalle compensazioni del petrolio, che ha generato occupazione “tutt’altro che stabile”. Pochi risultati “anche di incentivi alle imprese che operano in altri settori”. “E’ vero – precisa  – ci sono stati dei bandi fatti dall’amministrazione comunale, ma è ancora troppo poco. Ma quel che è peggio e che a distanza di anni la qualità della vita degli abitanti di quest’area che subiscono i disagi concreti derivanti dalle attività estrattive è rimasta pressocchè invariata”.

Ma allora che fine hanno fatto tutti questi soldi arrivati nelle casse del Comune di Viggiano? “Ci sono cospicue risorse, sicuramente più di 20 milioni di euro – riprende Cicala – impegnate su opere pubbliche, che ad oggi, dopo tutti questi anni sono ancora cantieri aperti. Vecchi progetti ancora non conclusi”. Non che i bandi da parte dell’amministrazione comunale siano mancati. Solo che in molti casi si sono rivelati “fallimentari”. Tra quelli da salvare, per il consigliere, quello a favore di colture e allevamenti, le attivita’ piu’ danneggiate.  Altri, invece, si sono scontrati o con la scarsa efficacia o con ritardi incomprensibili,

Il consigliere, inoltre, è molto critico rispetto al recente annuncio del nuovo accordo che sarebbe stato sottoscritto con Eni che dovrebbe portare gas gratis nelle abitazioni, nelle strutture pubbliche e nelle imprese. “A mio avviso – dice – è una bufala. Lo chiamano accordo ma non si tratta altro che di linee guida, come si legge sul documento stesso. E le sa bene che tra il dire e il fare c’è una bella differenza. Mi sembra che abbiano avuto più fretta nel divulgare la notizia che non nel cercare di comprendere se ci siano le reali condizioni per portarlo avanti. Bisognerà fare i conti con le normative europee. Dare il gas gratis alle imprese potrebbe essere considerato anticoncorrenziale. E poi il documento mi sembra troppo vincolato a possibili sospensive. Ma soprattutto ci leggo una linea di ricatto. Sembra che vogliano dire: nel frattempo fate i bravi e continuate  a farci estrarre”.

C’e’ poi il solito problema di fondo. ‘I soldi del petrolio, molto spesso, vengono utilizzati strumentalmente per il mantenimento del consenso, soprattutto in vista delle scadenze elettorali. Sempre le solite ditte che si aggiudicano i lavori, mentre altre rimangono puntualmente fuori, dal comune, nonostante siano anch’esse espressioni del territorio. Il clientelismo e’ passato anche attraverso le recenti assunzioni fatte nell’indotto del petrolio dopo che la protesta dei cittadini si e’ fatta piu’ forte. Hanno assunto, e’ vero, ma chi volevano loro. E cosi’ non si va da nessuna parte. E allora e’ necessario cambiare rotta. Partendo da un fatto. L’unica via ancora possibile al petrolio e’ quella dello sviluppo e della sostenibilità’. Incominciamo ad affrontarne i nodi, ma facciamolo sul serio”.

m.labanca@luedi.it

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