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POTENZA – C’era poco da fraintendere, dicono, in quel saluto collettivo che Erminio Restaino (in foto) ha fatto ai dipendenti del dipartimento. Li aveva convocati con un messaggio semi-formale, ché dopo un percorso di lavoro fatto insieme, come fai a non incrociare chi ti è stato a fianco in quelle stanze? Li ha incontrati, ieri mattina, per un brindisi e l’addio, già da «ex» assessore alle Attività produttive. Parte, va un po’ in vacanza, lontano da Potenza, se ne va a Cuba. E quando tornerà, è chiaro, non sarà più assessore. E’ il gesto normale, il saluto di rito, che pare certificare quello che fino ad adesso si è solo mormorato. Il rimpasto di giunta è alle porte e la staffetta interna al Pd dovrebbe toccare proprio Restaino, che meno di due mesi fa, da politico indagato (l’inchiesta è quella sulle assunzioni facili all’Arpab) aveva denunciato, durante una infuocata direzione del partito, l’esistenza di una «procura parallela», nei palazzi della regione Basilicata, dedita a dossieraggi personali e caccia alle streghe. «E perchè dovrei dimettermi? Perchè sono indagato?», diceva mentre provava a ricordare che un avviso di garanzia, negli anni, era stato recapitato a tanti, tantissimi amministratori.
Da allora il fronte si è aperto. E di rimpasto si è cominciato a parlare, tra occasioni pubbliche e direttive di silenzio. A viale Verrastro il governatore Vito De Filippo ha quasi completato il giro di consultazione con i partiti del centrosinistra. Oggi, in mattinata, dovrebbero consumarsi le ultime riunioni con il Partito socialista, prima del vertice collegiale del pomeriggio. Segretari politici e capigruppo della coalizione hanno all’ordine del giorno il tema programmatico. Prima di fare nomi e pensare all’alternanza interna, si erano detti (o avevano detto per via ufficiale) era il caso di fare il punto sui nodi e la fase di attuazione del programma, con cui avevano corso poco più di un anno fa. E di programma si parlerà anche stasera, nel vertice politico che si riunirà attorno a De Filippo e a Roberto Speranza, segretario lucano del partito di maggioranza relativa. Da quel momento, pare che la presentazione della nuova giunta possa essere questione di ore, al massimo di pochi giorni. La riunione di oggi dovrebbe così essere utile anche a tirare le somme. Di tempo, in fondo, ne è trascorso un bel po’ a suon di voci, smentite e persino lettere anonime che hanno agitato le stanze democratiche di via della Tecnica, con accuse al Pd e ritrattazioni nel Pd, sospetti sugli emissari e dubbi sugli autori del falso (vedi a pagina 12).
Al momento, è ancora tutto un rincorrersi di voci. Anche se qualche punto fermo, nello scacchiere di viale Verrastro sembra essere stato messo. Data per assodata (ne faceva cenno nei comunicati persino il senatore Digilio di Fli) la partenza di Restaino, e con l’assessore alla Formazione, Rosa Mastrosimone, «blindata» direttamente da Antonio Di Pietro, sembra probabile l’ingresso in giunta del Pd Marcello Pittella (il più votato in assoluto tra i consiglieri). Possibile anche l’uscita dall’esecutivo di Vilma Mazzocco, oggi con delega all’Agricoltura e ruolo di segretario dell’Api, a favore di un esponente di Sinistra e Libertà. Più ballerina, invece, sembra la certezza rispetto alla postazione di Rosa Gentile (Infrastrutture). La quasi-sicurezza di una riconferma degli assessori Agatino Mancusi (segretario Udc, Ambiente) e Attilio Martorano (Sanità), fa il paio con la richiesta che ai tavoli della coalizione è diventata discrimine della ripartenza. Va bene il rinnovo della giunta, ma senza rifare gli stessi errori in termini di «coesione» dell’azione amministrativa. Così, dicono, vogliono ri-cominciare nel Palazzo.

Sara Lorusso

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