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ERA solo un bambino di 7 anni quando il nonno Gerardo gli fece un dono speciale: una vigna alle pendici del Vulture. Da quella stessa vigna, espiantata e poi ripiantata ancora negli anni ’70, è nato uno dei vini più nobili e sontuosi al mondo, apprezzato all’interno dei confini nazionali e sempre più richiesto in Europa e oltre oceano: l’Aglianico del Vulture. Gerardo Giuratrabocchetti, fondatore e amministratore unico dell’azienda vitivinicola Cantine del Notaio ha dato un contributo davvero importante per far conoscere l’Aglianico del Vulture nel mondo: «un vino di nicchia, dalla straordinaria personalità che nasce per essere un messaggero della nostra Regione» – come ama definirlo lui stesso. Dietro un vino e una cantina c’è sempre una storia umana.
Dopo studi in scienze agrarie e specializzazioni in genetica molecolare, in occasione del suo quarantesimo compleanno, Giuratrabocchetti dà vita alla sua azienda. «Era il 5 ottobre del 1998 – ci racconta – compivo quaranta anni e quel giorno, spinto dal ricordo di mio nonno e del suo sogno di vedermi curare la vigna, trovai il coraggio di lasciare tutto quello che avevo e ricominciare da zero. Iniziai la mia prima vinificazione in un garage e così nacque Cantine del Notaio».
La prima bottiglia, “La Firma”, venne presentata nel 2000 al Vinitaly, salone internazionale del vino e dei distillati; arrivarono consensi, apprezzamenti e le prime vendite, in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Ma, continua a raccontarci, «il risultato più bello, affascinate e difficile è stato quello di costruire da zero una vera squadra, che oggi è il punto di forza di un’azienda familiare e artigianale come la nostra e mio personale motivo di orgoglio. Tutti i miei collaboratori sono stati formati per comprendere il valore della qualità e per poterla offrire ogni giorno ai nostri clienti»
Dallo studio del vitigno Aglianico del Vulture (bisogna sempre precisare che è del Vulture) e delle sue potenzialità enologiche fino all’impiego di tecniche di coltivazione biologica e biodinamica, pensando sempre al rispetto della vita della pianta, del suo terreno e del suo ambiente circostante, oggi Cantine del Notaio è l’unica realtà vitivinicola ad offrire 11 diverse lavorazioni del vitigno: «Il nostro vino è un prodotto comunicativo, roboante e carico di significato – afferma Giuratrabocchetti – nasce per essere apprezzato. Per questo occorre continuare a studiare e fare ricerca sul vitigno per dare vita alle sue potenzialità ancora inespresse, senza tralasciare lo sviluppo e l’innovazione in grado di portare ad un’ingegnerizzazione intelligente dei sistemi di produzione».
Oggi il mercato dell’Aglianico del Vulture è in espansione. L’export cresce in Germania e negli Stati Uniti e Paesi del Centro Europa come Svizzera, Belgio, Olanda e Lussemburgo diventano target interessanti. In lieve ripresa anche il mercato interno dove secondo Giuratrabocchetti «ci sono sbocchi e margini di crescita, anche in regioni tradizionalmente chiuse a vini non autoctoni». Ma bisogna «fare di più» e «sempre meglio», ci spiega: «La Basilicata è una delle Regioni più belle d’Italia, ancora poco conosciuta e forse per questo inespressa. Come tutte le perle preziose non è facile da raggiungere, ma non è l’accesso il suo limite. Bisogna puntare a renderla attraente, alla comunicazione capillare ed integrata delle sue eccellenze turistiche, paesaggistiche, storico- culturali e naturalmente enogastronomiche». Non poteva mancare un accenno alla designazione di Matera come Capitale della Cultura 2019, un’opportunità per tutti gli operatori del territorio: «Ci prepariamo a questo evento importante che sarà un’occasione importantissima soprattutto per chi viene dall’estero – conclude Giuratrabocchetti. Sarà un momento significativo per fare esprimere l’identità e la personalità della Basilicata enologica nella sua interezza. Ci auguriamo che anche territori come il Vulture diventino meta dei milioni di turisti attesi a Matera nei prossimi anni e confidiamo in un lavoro mirato e accurato da parte dei nostri tour operator».

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