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ESPOSTI alla furia del tempo. Ma con un’opera di prevenzione che sembra troppo spesso presentare delle crepe al di là degli episodi imponderabili che pure possono avvenire e delle eventuali responsabilità che gli organi preposti e il lavoro della magistratura andranno eventualmente ad identificare. Resta il fatto che troppo spesso ci lasciamo prendere in contropiede da fatti ed eventi che forse andrebbero in qualche modo preordinati.
Non tutti possono rientrare nell’ambito dell’imponderabilità. Ed è questo un elemento su cui riflettere perché molto spesso, come è stato chiaramente ripetuto in questi giorni da molti studiosi, gli episodi tragici a cui assistiamo sono il frutto di interventi umani precedenti che provocano danni inattesi ed imprevisti. Insomma questi fatti hanno di solito una causa ed una spiegazione anche se lontana molto indietro nel tempo. Una maggiore attenzione al territorio, interventi preventivi dovrebbero evitare che gli eventi dannosi si verifichino. In realtà sembriamo molto più esposti che in passato. L’intervento sul nostro giornale del commissario governativo contro il rischio idrogeologico Saverio Acito che sottolineava come i fondi a disposizione (circa 30 milioni) sono appena un decimo delle reali necessità ed emergenze che ci sono, dimostrano la labilità di una situazione che può diventare facilmente incontrollabile. Addirittura esplosiva. E’ questa una condanna, alla sopravvenuta imponderabilità, che fa riflettere ancor più quando viene accompagnata, purtroppo, da vere e proprie tragedie come quella successa domenica sera intorno alle 19 a Venusio, a pochi chilometri da Matera. Lungo un canale che proprio qualche mese fa era stato pulito da Consorzio di bonifica ed Anas per ripristinare condizioni di sicurezza ed evitare il rischio di allagamento che avevano invaso il vicino stabilimento della Valdadige. C’era voluto un incontro in Prefettura, a marzo, per mettere a punto l’intervento risolutore che, a quanto pare, avrebbe riguardato l’intero canale e che ha richiesto molto tempo e fango da spalare. In realtà neanche l’unico intervento di questi ultimi mesi in cui la pioggia furiosa ha fatto danni noti a tutti ed il livello dei fiumi risulta in continuo controllo, ora più che mai, non appena arriva anche una pur minima allerta meteo dalla Protezione civile nazionale. Come è possibile però che si debbano attendere fatti tragici e drammatici prima di alzare il livello di sicurezza e di controllo su livelli accettabili. Perché la manutenzione dei canali non avviene in automatico con l’accuratezza necessaria per evitare rischi a imprese e persone fisiche? E’ un caso oppure no che l’adeguamento ed ampliamento della statale 99 abbiano moltiplicato preoccupazioni, ansie e allagamenti di chi vive lungo complanari adiacenti alla strada stessa? Sono domande e interrogativi che porgiamo alla pubblica attenzione perché è necessario sgombrare i dubbi e dare delle risposte risolutive senza attendere ulteriormente. E’ questo il momento e la sede opportuna per riproporre con forza la questione dei residenti di via Nino Rota a Matera nel quartiere di Serra Rifusa, lì dove vi è un muro che preoccupa e dei lavori di consolidamento che non sono ancora stati avviati. Dopo una lunga, lunghissima attesa. I cittadini residenti sono più che mai preoccupati mentre Comune e impresa continuano a rimbalzarsi obblighi e responsabilità (ieri sera una schiarita che ci auguriamo decisiva). Come se a qualcuno interessasse davvero trovare dei colpevoli. Ciò che interessa è intervenire al più presto, anche lì è passato del tempo, troppo tempo dall’ultimo inverno. Un altro è in arrivo e noi non vogliamo, ripeto non vogliamo assolutamente trovarci costretti a raccontare un’altra tragedia. Si pongano in essere interventi realmente preventivi, si limiti davvero al minimo il rischio dell’imponderabilità. Si evitino interventi invasivi per il territorio che possano provocare danni. Si faccia una politica seria di programmazione e prevenzione che parta innanzitutto da un diverso senso di responsabilità dei cittadini ma prima ancora degli amministratori. E’ un dovere civico e morale a cui siamo tutti quanti chiamati. Ognuno per le rispettive competenze, ma è un dovere a cui non si può derogare. Perché qui si scherza con la vita dei cittadini.

Piero Quarto

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