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LAMEZIA TERME – Nuovo colpo alla criminalità organizzata di Lamezia Terme. Diciotto persone sono state coinvolte in un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme. Si tratta di esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni nei confronti di commercianti e imprenditori del Lametino. Tra le persone arrestate ci sono anche Pasquale Torcasio, 45 anni, e Cesare Gualtieri, 36 anni. Sedici provvedimenti in carcere sono stati eseguiti dai carabinieri, uno dalla Dia e un’altra persona è stata sottoposta agli arresti domiciliari.

LA DENUNCIA DELLE VITTIME – L’indagine rappresenta il seguito dell’operazione “Chimera”, condotta lo scorso mese di maggio contro la stessa cosca (LEGGI). Fondamentale nelle attività investigative è risultata la collaborazione di sei imprenditori che, stanchi di subire le vessazioni del clan,hanno deciso di denunciare e di fornire elementi utili per individuare i responsabili delle estorsioni.

IMPRENDITORI INDAGATI – Tre imprenditori, vittime di estorsioni, sono indagati per favoreggiamento mafioso nell’ambito dell’operazione. A spiegare la posizione dei tre imprenditori è stato il procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. Mentre alcune vittime che hanno deciso di collaborare, una volta evidenziati i riscontri investigativi, i tre imprenditori denunciati «hanno negato persino l’evidenza dei fatti», ha detto il procuratore.

ABBIGLIAMENTO IL PIU’ “TASSATO” – Gli imprenditori di Lamezia Terme sottoposti ad estorsioni dagli esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri operano in diversi settori tra cui imprese edili, negozi di ottica e stazioni di servizio. I negozi di abbigliamento erano quelli maggiormente tartassati, con l’imposizione di sconti dal 30% al 50% rispetto ai prezzi di vendita. Oltre al pagamento di somme di denaro veniva imposta anche l’assunzione di familiari e persone vicine agli ambienti della ‘ndrangheta lametina. 

ANCHE UNA CLINICA NEL MIRINO – Sono 13 le estorsioni scoperte nel Lametino. Tra queste, anche anche tentato  taglieggiamento per la realizzazione di una clinica privata a Maida, in provincia di Catanzaro: all’imprenditore era stato chiesto il pagamento del 3% sulla fornitura del calcestruzzo per realizzare la struttura ed una somma in contanti di 50 mila euro.

MESSAGGI IN CODICE DAL CARCERE – Dalle indagini è emerso anche che gran parte dei proventi delle estorsioni servivano per mantenere gli esponenti delle cosche che si trovano detenuti ed anche i loro familiari. Per mettere a segno le estorsioni gli indagati hanno compiuto anche numerosi danneggiamenti agli esercizi commerciali e minacce agli imprenditori. Gli investigatori hanno effettuato, inoltre, numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali. Gli esponenti delle cosche detenuti davano disposizioni dal carcere ai loro familiari sulle modalità di gestione delle estorsioni. Durante i colloqui veniva utilizzato un linguaggio in codice oppure venivano pronunciate frasi solamente con il labiale.

I NOMI DEGLI ARRESTATI – Le persone per le quali è stato disposto il provvedimento cautelare sono: Cesare Gualtieri classe 78, Pasquale Torcasio classe 69, Nicola Gualtieri classe 92, Nino Cerra classe 91, Angelo Francesco Paradiso, Rainieri Giuseppe, Francesco Gualtieri, Antonio Gualtieri, Luciano Cimino, Massimo Crapella, Luciano Arzente, Giuseppe Gullo (domiciliari), Federico Gualtieri, Domenico Torcasio, Nicola Gualtieri classe 45, Vincenzo Torcasio, Giancarlo Chirumbolo, Giovanni Torcasio.

 

 

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