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LAMEZIA TERME (CZ) – E’ una guerra aperta, quella che i clan lametini hanno dichiarato ai pentiti che hanno permesso, con le loro dichiarazioni, di colpire al cuore la cosca Giampà. Stamattina, alle prime luci del giorno, un ordigno è stato fatto esplodere in una zona centrale di Lamezia Terme, in piazza Mercato Vecchio, davanti alla pizzeria di proprietà della sorella di Angelo Torcasio, detto “Porchetta”, uno dei collaboratori di giustizia che ha permesso di arrestare diversi esponenti criminali nell’ambitodell’operazione denominata “Medusa”.

L’esplosione ha provocato danni ingenti alla pizzeria, che è gestita anche dal cognato di Torcasio. Colpite dall’onda d’urto dello scoppio anche un’automobile e ad alcune abitazioni vicine. Sull’episodio indagano i carabinieri, ma la matrice dell’attentato sembra inserirsi nello scenario che vede un’offensiva dei clan per intimorire i pentiti e vendicarsi di ciò che hanno comportato le loro dichiarazioni ai magistrati.

Nella guerra non dichiarata contro la famiglia di Angelo Torcasio, la bomba alla pizzeria si aggiunge a quella fatta esplodere davanti al bar “Sole e Luna”, di proprietà di un altro cognato del pentito. Ad Angelo, poi, è stata incendiata la villetta nella quale viveva prima di essere trasferito in località protetta. E altri collaboratori di giustizia sono nel mirino. I parenti di Battista Cosentino hanno visto anche loro saltare in aria il bar di loro proprietà. E la famiglia Cappello è stata colpita per due volte dopo che Saverio ha deciso di testimoniare davanti ai giudici: ad agosto è esplosa una bomba davanti alla casa del neo pentito, mentre a maggio la stessa sorte era toccata all’abitazione del padre, Rosario.

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