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La giornata contro la pena di morte è organizzata e promossa dalla comunità di Sant’Egidio, il cui fondatore, Andrea Riccardi, attualmente ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione del Governo Monti. In tutto il mondo, il 30 novembre, più di 1400 «Città per la vita» illuminano un monumento-simbolo contro la pena di morte per dichiarare la loro adesione all’iniziativa «No justice without life».
Quest’anno Lamezia Terme illuminerà da lunedì 28 a mercoledì 30 novembre il Palazzo del complesso monumentale di San Domenico, sede del museo archeologico. Un luogo simbolo, ex convento realizzato all’inizio del XVI secolo, nel quale nel 1598 soggiornò il frate e filosofo Tommaso Campanella, già sede del liceo classico e oggi rinato a nuova luce con il trasferimento del museo archeologico lametino. Il 30 novembre di ogni anno, infatti, è l’anniversario della prima abolizione da parte di uno Stato della pena capitale.
Ogni città che aderisce all’iniziativa internazionale, mette a disposizione come «logo vivente» un monumento o luogo principale della città che verrà illuminato per le giornate del 28-29-30 novembre sottolineando l’impegno della città contro la pena di morte. La Giornata Internazionale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte rappresenta la più grande mobilitazione contemporanea planetaria per indicare una forma più alta e civile di giustizia, capace di rinunciare definitivamente alla pena capitale; attualmente hanno aderito 1.428 città, 87 paesi, 66 capitali nel mondo. Si tratta di un’importante opportunità per stabilire un dialogo con le società civili, il coinvolgimento degli amministratori in un percorso di abolizione della pena di morte, capace di diventare una pratica costante e una caratteristica identitaria della città che aderisce e dei suoi cittadini. «La nostra città – ha detto il sindaco Gianni Speranza – ripudia ogni forma di violenza. Con orgoglio ci siamo associati alla campagna mondiale contro la pena di morte e questa scelta assume per noi ancora maggiore significato perchè qui e in tutta la Calabria accade che tragicamente per mano della criminalità organizzata vengono eseguite inaccettabili «sentenze di morte»». (AGI) Ros 261126 NOV 11

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